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Cheddira in paradiso con i rigori mondiali: “Nel 2020 lo ipnotizzai dal dischetto ad un torneo della parrocchia”. La storia

La storia della squadra che affrontò e batté Cheddira a un torneo nel 2020

All’82° minuto di Spagna-Marocco arriva il momento dell’esordio: Walid Cheddira debutta in un mondiale. Tutta la felicità del giocatore, tutta l’emozione del papà in Qatar. Ma anche un fiume di ricordi per chi è a casa davanti al televisore: “Contro quel ragazzo ci ho giocato, gli ho parato un rigore”. 

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Filippo non lo conosce, ma lo ha affrontato con la sua squadra di amici ad un torneo della parrocchia ad Ancona – Cheddira è nato a Loreto, a pochi chilometri dal capoluogo marchigiano – nel 2020. E subito ripercorre la storia: “Sapevamo che in quel torneo giocava un ragazzo di proprietà del Parma, che aveva giocato in Serie C, ma non sapevamo bene chi fosse. Il giorno della semifinale vedemmo lui e la sua squadra al campo e capimmo subito chi avevamo di fronte”. Chi lo affrontò in quel torneo già racconta di un allora giocatore 22enne di stazza, che sapeva controllare bene il pallone e soprattutto molto difficile da marcare.  

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Credits: Tess Lapedota

Certo, quella partita non può essere minimamente paragonabile a un ottavo di finale di un Mondiale in cui per la prima volta il Marocco si è qualificato ai quarti, ma ha una certa epicità se guardata dall’altro punto di vista. “Io non sono neanche un portiere (gioca difensore, ndr) – continua Filippo -. In quella squadra giocavo poco anche perché non amo molto il futsal, ma dopo i quarti di finale il nostro portiere non fu più a disposizione. Al che mandarono me tra i pali, non lo so, sentivo che era il mio momento”. 

Un match che sembrava senza storia: risultato a fine primo tempo, 3-0 per la squadra di Cheddira. Nel secondo tempo la rimonta fino al 3-3 fino all’ultimo minuto. Tiro libero calcia Cheddira: “C’era tanta gente a vedere quella partita e prima di calciare ci furono cinque minuti di confusione per l’assegnazione e il punto di battuta. Sicuramente l’ho visto deconcentrato”. Risultato? “Mi sono mosso molto sulla linea e non so bene ancora se ho toccato o meno quel pallone. Andò fuori. Ma mi piace pensare che l’abbia sfiorata con la suola”. Supplementari, 4-3, Cheddira perde. Era l’estate del 2020, dopo due anni dal dischetto i compagni gli hanno regalato i quarti di finale di un Mondiale. 

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“Da quel momento ho cominciato a seguirlo – conclude Filippo – e sono stato molto contento per lui per lo scorso anno al Bari e per la convocazione in Qatar di quest’anno. Gli auguro di andare più avanti possibile al Mondiale e di diventare capocannoniere della Serie B. Faccio il tifo per lui”. Storie grandi, mondiali, che partono quasi sempre dall’umiltà e genuinità del calcio di provincia, amatoriale e fatto di passione.