Album Panini in mano, ricordi che saltano in testa e un filo di nostalgia che arriva senza riuscire a nasconderlo. Sfogliando le pagine l’occhio cade sul Milan. Sai c’è il derby domenica! Si accende la celebre lampadina: “Chi se lo ricordava questo qui con la maglia rossonera addosso”. Meteore, comparse, timide apparizioni. Si scrive calciatori ma si legge ‘Desaparecidos’, passati dalle parti di Milanello come una stella cadente nella notte di San Lorenzo. Qualcuno ci ha vinto lo scudetto, qualcun altro anche la Champions League. Altri tempi? Non proprio, perché alcuni giocano ancora. Noi, però, abbiamo voluto raccoglierli in una fantasiosa top-11 che, siamo certi, vi farà il nostro stesso effetto… Un 4-3-3 di ricordi, tuffo nel passato ideale per rivivere...altri tempi.
PORTIERE
Tra i pali non poteva che esserci Zeljko Kalac, il gigante australiano arrivato nel 2005 dal Perugia ma rimasto sempre all’ombra di Nelson Dida. Poche presenze in rossonero, 56 in quattro stagioni, utili però per partecipare al periodo d’oro del club di Silvio Berlusconi, capace di conquistare una Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club. Dal Maggio 2015 è il preparatore dei portieri del Western Sydney Wanderers, team che partecipa alla A-League australiana.
DIFESA
Nella difesa a quattro schierata per proteggere una squadra a trazione anteriore, la fascia sinistra è tutta di Leandro Grimi. Il Milan lo porta in Italia nel gennaio del 2007 sborsando al Racing Avellaneda due milioni di euro e facendogli firmare un contratto di quattro anni e mezzo. Con la Champions di Atene in tasca e sole tre presenze all’attivo, a luglio passa in prestito al Siena, per poi trasferirsi nel 2008 definitivamente allo Sporting Lisbona. Il presente di Grimi parla, invece, ancora argentino, dopo essere tornato a casa proprio al Racing.
Sulla fascia destra, invece, scalpita un esuberante Felipe Mattioni. Convinto da Mino Raiola a puntare sul difensore del Gremio, il Milan lo acquista nel gennaio 2009 in prestito con diritto di riscatto fissato a sei milioni di euro. Esordisce in maglia rossonera quattro mesi dopo, giocando solo tre minuti in Catania-Milan. Troppo poco per indurre Galliani a riscattarlo: Mattioni fa così ritorno in Brasile, passando al Maga. Dopo un lungo girovagare, il brasiliano è adesso al Boa Esporte.
Con due terzini così, la coppia di centrali non poteva che essere solida e prestante dal punto di vista fisico. Motivo per il quale la scelta non poteva che ricadere su Digao e N'Gotty, gli uomini giusti per alzare la saracinesca davanti a Kalac. Arrivato al Milan nel 2005 grazie al più conosciuto fratello Kakà, Rodrigo Izecson dos Santos Leite viene subito mandato in prestito al Rimini dove rimane fino al termine della stagione. Nell’estate del 2007 torna a Milanello totalizzando però solo tre presenze, inducendo così il Milan a cederlo in prestito allo Standard Liegi. Nel 2012 risolve il contratto con i rossoneri e, dopo un anno con i NY Red Bulls, si ritira nel luglio 2013. Più lunga l’esperienza a Milanello per Bruno N’Gotty, in Italia dall’estate del 1998 dopo alcune belle stagioni al PSG. Colleziona 25 presenze in serie A e si toglie la soddisfazione di vincere lo scudetto con Zaccheroni, segnando anche un gol decisivo al 93’ di un Bologna-Milan terminato 2-3. L’anno successivo, trovando poco spazio, N’Gotty decide a gennaio di accettare l’offerta del Venezia, per poi trasferirsi dopo sei mesi al Marsiglia. Ritiratosi nel 2015, adesso N’Gotty allena il Belleville.
CENTROCAMPO
Il punto più alto della sua carriera rossonera resta racchiuso in una data: l’11 maggio 2001. Sì esatto, proprio quel derby. Uno, due, tre… sei a zero Milan, tra i marcatori anche Federico Giunti: calcio di punizione morbido morbido a trarre in inganno Frey, senza deviazioni in area, e gioia decisamente giustificabile. 73 presenze in totale con la maglia del Milan che non lo inseriscono di certo nell’elenco ‘meteore’: oggi allena il Perugia, in Serie B. Vikash Dhorasoo, invece, approda nella Milano rossonera come quell’elemento di qualità capace, all’occorrenza, di far rifiatare fuoriclasse come Pirlo, Seedorf etc. Risultato? Chi è dotato di buona memoria lo ricorda per un gol incredibilmente bello annullato (secondo molti ingiustamente) a San Siro contro il Bologna. Nulla più, almeno in campo. Oggi di professione (al di là del documentario amatoriale girato nel ritiro della Nazionale francese durante il Mondiale 2006, ‘Substitute’) fa il giocatore di poker. A comporre il trio di centrocampo un argentino dal cognome difficilmente pronunciabile, ma che (solo) per una stagione regalò gioie inaspettate al popolo rossonero: Andrés Guglielminpietro, per tutti Guly. Protagonista nello scudetto di Zaccheroni (trasferitosi poi anche all’Inter), ha ora intrapreso la carriera di allenatore.
ATTACCO
In Italia arrivò dopo una stagione magica con l'Alaves: gol, gol e ancora gol sia in Spagna che nell’allora Coppa Uefa. 22 solo in Liga, feeling con la porta decisamente forte. O almeno così si auguravano i dirigenti milanisti. Javi Moreno, invece, al Milan di gol ne ha realizzati solo due in campionato, entrambi contro il Venezia. Dopo appena una stagione, il ritorno nell’amata Spagna: di quell’attaccante capace di stupire mezza Europa con l’Alaves non è rimasto altro che un vago ricordo. E chissà se nella sua nuova vita in panchina (da allenatore questa volta) avrà maggiore fortuna...
Da uno spagnolo all'altro: José María Romero Poyón, meglio conosciuto come José Mari. Strappato alla concorrenza della Roma, rilanciando miliardo su miliardo fino ad arrivare quasi a quota… 40! Nelle sue tre stagioni in rossonero (dal 99/00 al 01/02) solo 14 i gol realizzati tra campionato, Champions League, Coppa Italia e Coppa Uefa. Nel 2013 si è definitivamente ritirato, incrementando tuttavia in maniera notevole il livello dei propri allenamenti personali. Tanto da scolpire in maniera scultorea un fisico da invidia.
Altro attaccante che al Milan realizzò decisamente pochi gol fu Gianni Comandini, ma nel suo caso però furono indimenticabili (almeno per i tifosi rossoneri): un gol nel preliminare di Champions League contro la Dinamo Zagabria e capace di trovare la porta in ben due occasioni in quel derby finito 0-6. A 28 anni l'addio al calcio giocato, per qualche problema fisico di troppo e non solo: “Quello del calcio è un mondo molto impegnativo, dove gli equilibri non sempre sono molto umani. Questa cosa, alla lunga, mi aveva stancato”. La carriera, ora, parla di consolle e dischi, nel ruolo di deejay.
Questa dunque la nostra top 11 di desaparecidos in maglia Milan:
4-3-3: Kalac; Mattioni, Digao, N'Gotty, Grimi; Dhorasoo, Giunti, Guglielminpietro; Javi Moreno, Comandini, Josè Mari;
A cura di Nino Caracciolo ed Ernesto Branca