Barcellona e Atlético Madrid avevano a disposizione una potenziale finale della Liga e hanno deciso di non decidere. Il pareggio non è arrivato solo nel risultato (0-0), ma anche nei rimpianti, perché un punto per uno non serve a nessuno… tranne che al Real Madrid. I blancos, a tre punti di distanza dall’Atlético capolista, adesso hanno le chiavi del campionato in mano, essendo gli unici sicuri di potersi coronare campioni vincendo tutte le partite rimanenti.
“Partido a partido” è finita la Liga
L’Atlético forse è la squadra che più si mangia le mani per il risultato, non solo perché ha mancato l’ennesimo match point per la Liga, ma anche perché nel primo tempo ha messo in serie difficoltà gli avversari. È stata, infatti, una delle migliori prestazioni dell'inconsistente 2021 rojiblanco: gli uomini di Simeone per larghi tratti hanno avuto l’attitudine del campione, però non la cattiveria. E il Barça non sarà una squadra perfetta, ma nemmeno si mette lì a pregarti di batterla.
In conferenza stampa, Simeone non ha comunque abbandonato il suo mantra. Il tormentone del “partido a partido” è stato nominato una decina di volte anche oggi, sfoderato come arma di difesa da qualsiasi quesito della stampa: fino ad ora ha portato bene, ma a pensare ad una partita alla volta, come se fossero tutte finali, è finita la stagione, e adesso vincerle tutte potrebbe già non bastare più.
Il Barça non è abbastanza?
“Visti i risultati di questa stagione, la Liga rimane comunque aperta”. È quello che ha detto dopo il match Gerard Piqué, conscio che i suoi abbiano sì perso un’occasione irripetibile di superare un Atlético da 26 giornate al primo posto, ma anche del fatto che la Liga in questa stagione abbia offerto tante sorprese che pensare che possano esaurirsi tutte d’un botto sarebbe anche troppo pessimistico.
Il suo Barcellona, nel mentre, ha dato l’ulteriore conferma di essere per lo meno il “campione della normalità”. Perché nella routine questa squadra è stata infallibile, ma in ogni grande partita non è mai stata all’altezza dell’avversario. Il ritorno con la Juventus, l’andata con il PSG e praticamente tutti gli scontri diretti del campionato: la lista è lunga e potrebbe far pagare un conto salato ai culé in questo finale.
Un po’ per l’inesperienza, un po’ per colpa di una rosa imperfetta, i blaugrana, infatti, hanno vinto solo una volta contro le prime quattro squadre della Liga (2-0 a Siviglia), un dettaglio che può diventare uno scoglio insuperabile nella stagione più aperta della storia del campionato spagnolo. Questo perché, a parità di punti, finirebbero dietro in classifica sia rispetto all'Atlético che al Real Madrid. In un altro anno, il titolo di “campione della normalità” sarebbe anche coinciso col trofeo vero e proprio, ma per un’annata straordinaria, evidentemente, la Liga ha il diritto di esigere un campione straordinario. Il Barça dev’essere bravo e fortunato nel poco tempo che manca per dimostrare di esserlo.
Il Real si frega le mani
Il Real Madrid non ha giocato, ma esce come vincitore indiscusso di questo duello perché, al contrario del Barcellona, ora può fare fruttare le vittorie arrivate contro tutte le rivali dirette (con permesso del Siviglia, avversario di domani). Avendo tre punti meno dell’Atlético ma una partita ancora da giocare, i blancos sono padroni del proprio destino e sanno che vincendo le tutte le partite da qui alla fine confermerebbero il titolo conquistato l’anno scorso.
Zidane: "Futuro? Renderò le cose semplici al club perché mi ha dato tutto"
Il calendario delle candidate
Ciononostante, come avvertito dallo stesso Zidane un mese fa, la squadra “è al limite” sul piano fisico e far fruttare la mitologica mentalità vincente del suo club potrebbe non essere sufficiente. Anche perché il Real, fra tutte, deve affrontare il calendario più difficile in questo finale: Siviglia, Granada, Athletic Bilbao e Vilarreal.
Il Barcellona, invece, ha quello più abbordabile, nonostante sappia che vincerle tutte non garantirebbe il primo posto. Parliamo di Levante, Celta ed Eibar, tutte squadre che avranno poco da dire in queste ultime giornate.
L’Atlético, che per ora è ancora primo e tale vuole rimanere, avrà lo scoglio Real Sociedad (in lotta per l’Europa League) nella prossima giornata, ma le ultime due contro Osasuna e Valladolid potrebbero far sommare punti facili e pesanti per la retta finale del campionato.
Quatto quatto, come nel resto dell’anno, il Siviglia guarda tutti sornione, con l’attitudine di chi sa di avere le prospettive più complicate (-7 dal primo posto), ma che per lo meno si vuole togliere lo sfizio di fare il guastafeste fino alla fine. Ci proveranno domani (21:00, a Valdebebas) contro il Real Madrid, e poi avranno tre partite in cui vivere il più possibile il loro sogno impossibile: Villarreal, Valencia e Alavés (tutte ancora in gioco per Europa o salvezza).