MF7. Quando il rendimento genera un soprannome. M sta per Marco, F per Frediani. E, sì, questa sigla ricorda tanto quel CR7 che è anche suo idolo: “Per me che gioco come esterno il mito è Cristiano Ronaldo, ma certo è un paragone molto importante...”. Niente Madrid, siamo ad Ancona. MF7 dicevamo, ma come si è arrivati a questo soprannome? “Me l'hanno dato i giornalisti. E posso solo esserne contento perché è per via delle vittorie che sono arrivate grazie ai miei gol, ne sono orgoglioso”. La più recente è quella contro il Parma, sabato scorso, in cui proprio Frediani ha segnato la rete decisiva. Non una qualunque. Bella, e non solo per il risultato. “Venivamo da un po' di risultati negativi e siamo in una posizione di classifica che non ci rispecchia. Sapere che il mio gol è valso tre punti ha reso tutto ancora più speciale”. Ma c'è di più: “Al gol è seguita una dedica speciale – ha raccontato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – perché in settimana era scomparsa una mia amica. Il primo pensiero è andato a lei, avevo sotto la maglia un'altra con una sua foto con dedica, quindi è stato tutto per lei. Nella delusione della sua scomparsa c'è stato quel piccolo momento di felicità col gol che le ho dedicato ed è stata una gioia immensa”. Un gol, un pensiero, qualche lacrima.
Una vittoria dal sapore speciale, per Frediani e per la squadra: “In questa fase del campionato abbiamo alternato momenti positivi a momenti negativi. C'è stato un calo, più mentale che fisico. Ma è una vittoria che fa morale, quella contro il Parma. Siamo carichi per le prossime partite, non vogliamo più ricascare in certi errori fatti nelle partite precedenti”. A quota 15 punti nel Girone B di Lega Pro, l'Ancona ha trovato in Frediani un elemento in grado di fornire continuità (assente solo in occasione delle prime due partite di campionato) e gol pesanti: “Sapere che i miei gol sono valsi 9 punti in 3 partite diverse mi rende contento e soddisfatto. Sono arrivato ad Ancona l'anno scorso, ma un infortunio mi ha tenuto fuori un mese e mezzo. Quest'anno invece è partito in maniera diversa. Ho avuto modo di farmi conoscere dall'allenatore e di integrarmi bene col gruppo. E' finora un'esperienza molto positiva”. E la vita ad Ancona? “Io sono abituato al caos di Roma, questa è una città molto più tranquilla. E' sul mare, si vive bene”.
Roma. Frediani ci è nato e cresciuto, anche calcisticamente parlando. Nel settore giovanile giallorosso “è stata un'esperienza unica perché ho fatto 10 anni: dagli esordienti fino al ritiro con la prima squadra. Ho bei ricordi di quel periodo, quando ti alleni con quei campioni puoi solo imparare. Sono cresciuto sotto tanti punti di vista lì. Mi ha fortificato tanto”. Restano i ricordi, gli amici e i consigli dell'allenatore con cui ha vinto il suo primo trofeo, la Supercoppa Primavera: “Ogni tanto mi sento ancora con Alberto De Rossi, il rapporto con lui rimasto sempre ottimo. A Trigoria l'estate scorsa ho parlato molto con lui. Cerco di 'rubare' sempre qualche consiglio e sentirlo spesso mi fa piacere”. De Rossi, sì, ma non solo: “Ho un ottimo rapporto anche con Ricci, con Verre. Ci incontriamo quando torniamo a Roma. Sento anche Romagnoli. Sono molto contenti della Serie A, e io lo sono per loro. Sia con Ricci che con Verre ho fatto tutta la trafila del settore giovanile alla Roma. Sono dei bravissimi ragazzi”. Poi c'è Totti, altro idolo: “Entrando a far parte della Roma a 10 anni, il primo nome era il suo. Capitava che ci allenavamo insieme in prima squadra e lì gli occhi andavano sempre su di lui. Feci anche un ritiro insieme a lui nella prima Roma di Garcia, poi ho avuto la fortuna di andare in panchina contro la Fiorentina. Lui una battuta ai ragazzi la faceva sempre…”.
Ricordi, esperienze, che hanno reso Frediani il giocatore di oggi: “Dentro lo spogliatoio sono un ragazzo che si fa sentire. Scherzo più di tutti, l'ho fatto anche in un periodo non bellissimo. Sto poco a casa, mi piace la compagnia, uscire”. Passione per la Play, per il suo cagnolino, e per la condivisione perché un gruppo forte si crea anche vivendo momenti insieme lontano dal campo e dagli allenamenti: “Con alcuni compagni ci siamo segnati in palestra per conto nostro, così stiamo insieme anche oltre gli allenamenti. Andiamo al cinema, a cena fuori. Mi sento un trascinatore, mi piace la compagnia. Prima della partita contro il Modena - ha raccontato Frediani - facemmo una cena, organizzata da me. Qualche compagno magari era contrario perché era vicino alla partita ma mi sono preso la responsabilità di organizzarla ed è andata bene perché poi vincemmo 1-0 con gol mio. E' stato un episodio particolare che però ci ha portato tanto entusiasmo. In campo ci andiamo noi, e andare fuori a cena insieme, al cinema, può solo far bene. La famiglia è lontano, coi compagni puoi sfogarti di qualche problema che hai dentro e non ne parli durante gli allenamenti quando sei concentrato su altro”. Parola di MF7, ehm, Marco Frediani che non ha dubbi, uno che vuole "segnare per portare la squadra alla vittoria". Trascinatore, in tutti i sensi.