Irrequieto, motivato, implacabile, dalla panchina al campo. Poi, l’abbraccio con Montella: il #SampMilan a 360° di Bacca
“Vorrei giocare sempre, chiaro: ma rispetto le decisioni dell’allenatore. Devo far parlare il campo”, con tanto di sorrisone (marchio di fabbrica) finale. Parola di…Carlos Bacca: proprio lui, l’escluso eccellente da quel Sampdoria-Milan già delicato per Montella e i suoi, chiamati ad una reazione importante dopo il doppio K.O. tra Napoli e Udinese.
Ma…dove eravamo rimasti? Sorrisi per chi ha giocato 43 delle 49 gare in rossonero da titolare e ieri sera, a Marassi, sedeva in panchina? Qualcosa non torna, o forse sì. Perchè alla fine, tra una settimana travagliata e tanti, forse troppi pensieri spesi per un colloquio con Montella totalmente costruttivo, a risolvere il complicato match del “Ferraris” ci ha pensato lui. Decisivo, una volta di più, al 4° gol in campionato in quattro partite e al 24° sigillo in un’esperienza italiana che rischiava, per davvero, di veder scritta la parola “fine” in estate.
La voglia di gustare ancora il sapore d’Europa, perso (consciamente prima, con tanta delusione poi) nella sua prima stagione a Milanello, poi l’offerta del West Ham mai troppo allettante: soluzione? Restare in rossonero, al contrario delle attese e delle mosse di mercato di casa Milan che avevano individuato proprio in Gianluca Lapadula, titolare ieri al suo posto, il sostituto ideale del colombiano. Abbondanza offensiva in aumento per Montella, ma punti di domanda sempre e comunque presenti, di fronte ad una tipologia di giocatore mai troppo amata dall’allenatore rossonero nelle sue idee di calcio.
La tripletta al Torino per cancellare i primi dubbi di coesistenza con il modello Aeroplanino, poi la delusione delle due gare successive per non aver mai avuto occasioni da gol, toccando pochissimi palloni, sfociata in un dialogo a quattr’occhi con il suo allenatore e davanti a tutti i compagni in quello che appariva, normalmente, come un semplice e consueto pomeriggio d’allenamento a Milanello. E che invece, a giudicare dal Bacca di ieri a Genova, ha restituito al Milan un giocatore più deciso, carico e motivato, pronto a riprendersi scena e centro dell’attacco rossonero.
Mai visto, forse, un Carlos così: scalpitante ed esuberante, dentro e fuori dal campo. Seduto e in piedi, in piedi e seduto, irrequieto, tra indicazioni ai compagni e lamentele con l’arbitro: 20′ di riscaldamento, l’attesa fremente per il cambio e la stessa, identica maschera sorridente, in panchina o all’interno dell’area di rigore. Malumori? Minimi, e alle spalle: Lapadula lotta, si impegna e fa a sportellate, ma Bacca in area di rigore è semplicemente Bacca. Implacabile, ancora, capace di spedire alle spalle di Viviano uno dei tre palloni toccati in area di rigore esattamente come sei mesi fa, nella stessa porta e con lo stesso risultato: terzo gol in tre partite a Marassi contro la Samp e tabù Milan ancora da infrangere per Giampaolo, salito a 3 pareggi e 7 sconfitte incassate contro quella che sarebbe potuta diventare la sua squadra non più lontano di 100 giorni fa.
Il destino, invece, ha voluto che fosse ancora il Milan ad avere la meglio: con il suo predecessore in blucerchiato e, soprattutto, con Bacca. L’attaccante che spacca, ma solamente le partite: l’abbraccio con Montella a centrocampo e le parole nel post partita figurano come la migliore fotografia possibile per chiudere una settimana in cui alla fine, come è giusto che sia, a parlare è stato ancora il campo. Nulla di rotto, anzi: se il piano di Montella si fondava sul ritrovare un attaccante carico e pienamente stimolato, la missione pare sia andata più che a buon fine. 6 punti, 4 gol e tanti sorrisi in più: tutti con lo stesso volto. Quello di Carlos Bacca.