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Il referendum, il nuovo podio di Messi e il pericolo Ayestaran: la super domenica che attende il Barcellona e….Barcellona!

Domani in Spagna – come tutti i primi di ottobre – si festeggiano i 57 popoli più buoni del paese. Una ricorrenza tutta ispanica, tanto per sottolineare il fortissimo sentimento nazionalista che la Spagna porta dentro di sé, praticamente da secoli. Non saranno così nazionalisti, ma sono sicuramente buonissimi pure i catalani, che nella giornata di domani potrebbero festeggiare qualcosa di più importante di una semplice ricorrenza: si tratta di un incredibile primo passo per l’indipendenza, che la Catalogna intera continua a inseguire, anche dopo il processo partecipativo del 2014. Sulle ramblas non si parla d’altro. Tanta gente si è riversata – per una volta – dalle primissime ore del mattino verso Plaça de Catalunya e Plaça de España per manifestare, con tanto di bandiere e cartelli al seguito. La vigilia del grande giorno è andata via praticamente liscia: solo qualche seggio occupato con migliaia di catalani in piazza a protestare in maniera assolutamente civile.

Sarà un giorno importante per i catalani domani, ma sarà anche la solita domenica di calcio per i tifosi culé che vedranno il Barça ospitare il Las Palmas al Camp Nou. La politica non ferma il calcio e la Liga ha deciso di non anticipare o spostare la partita. Barça-Las Palmas si gioca alle 16.15, con i blaugrana alla ricerca del settimo sigillo consecutivo. Nell’ultima settimana la squadra non ha brillato, nonostante le due vittorie. Lo sa bene anche Valverde, che, in conferenza stampa, ha indicato la strada da seguire nella giornata di domani. E intanto tre gol su quattro rifilati a Girona e Sporting sono arrivati per mezzo di un autorete. La notizia in casa Barça, forse, è proprio questa: dopo lo straordinario inizio di stagione, Lionel Messi è a secco da due partite. Leo abitua troppo bene, lo sa bene pure il Las Palmas. Sono dieci i gol totali dei canari, uno di più di Leo da solo. A proposito di Las Palmas: la squadra gialloblu sbarca al Camp Noum dopo aver cambiato allenatore in settimana: c’è stato l’addio a Manolo Marquez – a cui è stato negato il piacere di tornare nella sua Barcellona – ed è arrivato Paco Ayestaràn. Un Ayestaràn già capace di vincere al Camp Nou nell’aprile del 2016 con il suo Valencia. Era un altro Barça, quello della MSN, e con ancora Luis Enrique in panchina. Quella era stata la quarta sconfitta in cinque partite di quel Barça, che, alla fine, in volata, è comunque riuscito a portare la Liga al Camp Nou. Un anno e mezzo dopo, la storia non è così diversa: c’è un altro allenatore, qualche giocatore in meno, ma il Barcellona è, tutto sommato, sempre lo stesso. Resta in testa alla Liga e si coccola quel ragazzino di anni trenta,che di cognome fa Messi, che domani supererà Puyol ed entrerà sul podio dei calciatori con più presenze con la maglia del Barça, restando dietro solo a Xavi e Iniesta. Anche se, domani – per certi versi – potrebbe essere un’ultima giornata storica e qualche cambiamento domani potrebbe verificarsi per davvero. Ma il Barça resta, i culé pure. Che sia indipendenza o no, poco importa. A chi ama il calcio, ovviamente!