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Il Camp Nou, l’amico Icardi e una rinascita chiamata Gubbio: Sampietro e un ritorno al passato

Le grandi sfide, così come i grandi palcoscenici lo esaltano. Agosto 2012, Trofeo Gamper, Barcellona, Catalogna. Orologio che fa segnare quindici minuti alla fine della gara, Ciro Ferrara (all’epoca allenatore della Sampdoria) si gira verso la panchina: “Tocca a te”. Gianluca Sampietro non fa una piega, entra e gioca nello stadio che oggi ospita Messi e Suarez, Iniesta e Piqué. Inutile andare oltre. 5 anni dopo la realtà del centrocampista classe 1993 è un’altra, meno scintillante rispetto alle luci di Barcellona, ma che per lui significa tanto, tantissimo: Gubbio, Serie C. Profumo di rinascita. Perché dopo un passato nelle giovanili della Sampdoria e un lungo girovagare in giro per l’Italia, adesso Sampietro ha ritrovato continuità e fiducia con la maglia del Gubbio, società dove è arrivato in estate, fortemente voluto dal direttore sportivo Pannacci.

Scelta azzeccata, vedendo i risultati. Ultimo quello ottenuto dal Gubbio contro il Padova capolista: una vittoria per 1-0 firmata da Burzigotti al minuto 94, con Sampietro grande protagonista del match. Corsa, geometria, qualità e sudore. E una rete sfiorata di un soffio. Mestiere, quello di fare gol, che conosce bene invece Icardi. Che legame c’è tra i due? Presto spiegato. Giovanili della Sampdoria, i ragazzi promettono bene, agli allenamenti blucerchiati arrivano sempre insieme accompagnati in macchina dalla madre di Gianluca (clicca qui). Legame in campo ma anche fuori, tanto che i due ragazzi vanno anche in vacanza insieme alle Canarie. Passato e presente che tornano a intrecciarsi: Sampietro lavora a testa bassa per ritornare in alto, prendendo spunto proprio da quello che è stato. Il telefono del suo agente (Agenzia Eco di Ermanno Cordua) squilla in continuazione: il ragazzo piace molto, in Serie C, ma anche in Serie B. La testa però adesso è rivolta solo al Gubbio: la sua rinascita, oggi, passa da qui.