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Corri di nuovo Fabio: il cielo è (giall)azzurro sopra Frosinone

L’arrivo a campionato in corso e la riconferma, i playoff sfumati e la promozione in Serie A: i due anni di Grosso sulla panchina giallazzurra

Dall’Olympiastadion al Benito Stirpe, 17 anni dopo. Berlino e Frosinone sono separate da più di 1500km, ma da oggi sono un po’ più vicine. Almeno nel cuore di chi, in quella notte del luglio 2006, fece gioire un’intera nazione. Ma Fabio Grosso non è solo il giocatore che ha segnato l’ultimo rigore nella finale con la Francia, ma anche colui che ha realizzato il gol nei supplementari con la Germania o colui che che si è procurato il rigore in extremis con l’Australia. E, da oggi, è anche l’allenatore che ha riportato il Frosinone in Serie A.

 

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Una stagione dominata in uno dei campionati di Serie B più complicati degli ultimi anni. Nessuno si sarebbe aspettato di vedere i giallazzurri lì sopra, con una costanza e una ferocia che solo le grandi squadre hanno. Una promozione mai nominata in maniera esplicita perché nel calcio la scaramanzia è una componente fondamentale. E poi, alla fine, quell’”obiettivo” citato più volte si è materializzato nella Serie A, a quasi quattro anni dall’ultima volta.

 

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L’arrivo in Ciociaria e la riconferma dopo il raggiungimento dell’obiettivo

E pensare che al suo arrivo in Ciociaria più di qualcuno aveva storto il naso. Era il 23 marzo 2021 e Guido Angelozzi, arrivato a Frosinone da pochi mesi, decise di mettergli a disposizione le ultime 8 partite di campionato facendolo subentrare ad Alessandro Nesta.La scelta di Grosso è stata fatta per cercare di iniziare un percorso nuovo. Per dare una mentalità diversa, di gioco propositivo che abbiamo in mente per il futuro”, spiegò il giorno della conferenza stampa di presentazione il direttore dell’Area Tecnica giallazzurra. Parole che, a leggerle a distanza di due anni, sanno quasi di profezia.

 

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Il primo obiettivo da portare a casa per l’ex terzino è stato il mantenimento della categoria. Il momento non era particolarmente positivo, la squadra sembrava spenta si era pericolosamente avvicinata alla zona retrocessione: con i 12 punti conquistati nel finale di stagione, però, Brighenti e compagni riuscirono conquistare la salvezza senza particolari problemi.

La beffa finale: i playoff sfumati in extremis

Obiettivo raggiunto e conferma ottenuta, pronto per una nuova annata. Tutto da rifare, ripartire da zero o quasi. Letteralmente, visti i 39 movimenti di mercato – tra entrate e uscite – operati da Angelozzi nella finestra estiva. Una squadra completamente nuova, composta per lo più da giovani e con qualche gemma nascosta come Gatti e Zerbin. Un’annata positiva per il giallazzurri, chiusa con il rammarico per il mancato accesso ai playoff sfumato nell’ultima giornata della regular season; playoff che comunque rappresentavano un plus rispetto all’obiettivo dichiarato a inizio anno che consisteva in una salvezza tranquilla.

 

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La stagione della svolta: è Serie A dopo un campionato dominato

Nuova estate, nuova “rivoluzione Angelozziana”. Grosso vede la sua squadra completamente ribaltata rispetto alla stagione precedente, ma non si lamenta. Anzi, ribadisce più volte di avere piena fiducia nel suo direttore. Alla vigilia della stagione 2022/23, i presupposti del Frosinone non sono diversi rispetto a quelli dell’anno precedente: l’obiettivo dichiarato a inizio anno dal presidente è solo uno, la salvezza. Il campionato inizia in maniera altalenante, ma dall’ottava di campionato i giallazzurri trovano continuità e spiccano il volo.

 

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Grosso dimostra di essere pronto, pienamente calato nella parte e spesso risulta decisivo con le sue scelte a gare in corso. Coloro che erano scettici si ricredono e il pubblico inizia a dimostrargli affetto sempre più spesso. Lui, però, al termine dei match resta in disparte. Raramente va a festeggiare sotto la curva, preferisce che a farlo siano i suoi ragazzi. Non perché non gli faccia piacere, ma perché l’”obiettivo” non è ancora stato raggiunto e c’è subito da pensare alla prossima gara. Un mantra ripetuto per tutto il campionato, ma che alla fine ha pagato. E ora, che il traguardo finalmente è stato tagliato, si può festeggiare. Si può tornare a correre a braccia aperte, come su un prato tedesco in una notte d’estate di ormai 17 anni fa. E allora corri Fabio, corri, perché il cielo è (giall)azzurro sopra Frosinone.