Goal-Line technology dall’anno prossimo in Champions League. I casi in Serie A e B
La goal-line technology è diventata ormai uno strumento imprescindibile per il calcio mondiale. L’aiuto dato agli arbitri da sensori e telecamere nella decisione tra un gol e un non gol sta prendendo sempre più piede in tutte le competizioni Uefa e Fifa. Introdotta nei massimi campionati europei dalla Premier League nella stagione 2013-2014, e utilizzata anche nella Coppa del Mondo del 2014, questa tecnologia ormai è presente anche in Germania, in Francia e in Italia.
In Champions League invece verrà introdotta in pianta stabile solo dalla prossima stagione, ma sarà già utilizzata da quest’anno nelle finali proprio di Champions ed Europa League, che si terranno rispettivamente a Milano e Basilea. Lo ha stabilito oggi il Comitato Esecutivo della Uefa, che ha poi approvato i regolamenti per una successiva introduzione della goal-line technology dalla stagione 2016/17 nelle seguenti competizioni: oltre alla già citata Champions verrà utilizzata anche in Europa League, Supercoppa Europea, Champions League femminile, Futsal Cup e Youth League.
In Italia la Lega Serie A ha deciso di introdurre questa tecnologia da questa stagione. Il sistema è complesso nella sua struttura, tra sensori, telecamere e chip, ma molto semplice ed intuitivo per il direttore di gara. La sua unica funzione è quella di verificare la validità dei gol, per ridurre al massimo gli episodi di gol fantasma. Grazie ad un computer, che assomiglia in tutto e per tutto ad un orologio da polso, l’arbitro riceve un segnale visivo e a vibrazione che gli comunica in tempo reale se la palla ha varcato o no la linea di porta.
Il primo caso di assegnazione di un gol tramite la goal-line technology c’è stato il 6 gennaio scorso, nella partita Chievo-Roma. Minuto ’86, calcio di punizione di Pepe: il giocatore del Chievo tira, colpisce il palo e Szczesny para, impedendo al pallone di entrare in porta. Sembrava tutto normale, nessuna protesta. Lo stesso Pepe non si era accorto del gol. Invece grazie all’impulso dato all’arbitro dall’orologio da polso, Irrati è tornato sulla sua decisione assegnando il gol al Chievo.
Un altro episodio lo si è avuto pochi giorni dopo durante il match di Coppa Italia tra Lazio e Juventus, quando un tiro di Lichsteiner è stato respinto dal portiere Berisha. Anche in quell’occasione all’arbitro Damato è bastato un secondo per decidere. Un’occhiata all’orologio e gol per la Juventus. Sempre durante questo campionato altre decisioni hanno visto coinvolta la goal-line technology, ma non direttamente come arbitro supremo, ma solo come ulteriore conferma di una decisione già presa in prima persona dal direttore di gara. Un esempio è quello del rigore di Hamsik in Atalanta-Napoli. Tiro dello slovacco, traversa e pallone che esce. L’arbitro assegna subito il gol al Napoli, ricevendo immediatamente conferma dal segnale sull’orologio. Senza proteste, senza discussioni in campo. Ci sono sensori e telecamere a decidere e a mettere tutti d’accordo
In Serie B invece ancora non è stata introdotta a pieno regime la goal-line technology, che verrà utilizzata da quest’anno solamente per le partite di playoff. Diversi problemi logistici, ammessi dallo stesso Abodi, e anche costi troppo alti per un campionato come la B, per ora hanno reso inutilizzabile il famoso “occhio di falco”. Ma durante il campionato i casi dubbi sono stati più di uno e le proteste non sono mancate. Ad inizio dicembre, ad esempio, durante Cagliari-Como l’arbitro non ha assegnato un gol regolare a Sau. La palla, riguardandola al replay, aveva effettivamente varcato completamente la linea di porta, ma senza nessun tipo di aiuto tecnologico e con il solo supporto dei propri occhi, per l’arbitro Ros è stato impossibile decidere nella maniera corretta.
Discorso al contrario invece durante Ascoli- Cesena di inizio settembre. Qui l’occhio dell’arbitro assegna un gol che con la goal-line technology non ci sarebbe mai stato. Infatti su una punizione per il Cesena il pallone prima colpisce la traversa e poi cade sulla riga di porta. L’arbitro Di Paolo non ha dubbi, assegna il gol al Cesena tra le proteste dei marchigiani. Anche qui però il replay smentisce la scelta del direttore di gara: la palla calciata da Ciano non aveva varcato completamente la linea di porta.
Le due situazioni sono diverse tra loro, ma se solo ci fosse stata la goal-line technology gli arbitri non avrebbero avuto dubbi e avrebbero deciso nel migliore dei modi. E’ chiaro come in queste determinate situazioni la velocità dell’azione e la rapidità nel dover prendere una decisione, non aiuti il compito degli arbitri. Definirli gravi errori sarebbe tanto sbagliato quanto ingeneroso per i direttori di gara. Ma è pur vero che nel calcio di oggi, così veloce e dinamico, questa tecnologia è diventata ormai uno strumento imprescindibile nelle decisioni arbitrali.
Di Marco Juric