Caldara, il poeta al servizio del nuovo Diavolo
Juventino per un’estate ed ora nuovo difensore del Milan dopo il buon esito dell’operazione che ha coinvolto anche Bonucci e Higuaín: tutto ciò che c’è da sapere su Caldara
Bergamo – Torino – Milano in appena 3 mesi. E senza quasi rendersene conto. Probabilmente se qualcuno avesse palesato a Mattia Caldara questa possibilità giusto qualche settimana fa, lo stesso classe ‘94 l’avrebbe preso per pazzo. E invece… Nemmeno il tempo di assaporare la maglia bianconera che è già arrivato il momento di intraprendere di una nuova avventura al Milan. Un destino legato a doppio filo a quello di Leonardo Bonucci, che farà il percorso inverso. “Bonucci è stato il primo giocatore per me speciale con cui scambiai la maglia”, parola di Caldara ai tempi dell’Atalanta. Ora proprio loro due sono pronti a invertirsi le maglie, legati da una tripla operazione con annesso Higuain.
Il the Wall di Scanzo
Dalla provincia alla città per diventarne simbolo. È a Scanzorosciate dove tutto è cominciato per Mattia Caldara fino all’esplosione con l’Atalanta, tanto da venirgli ufficiosamente intitolata una via del suo paese: al ritorno dalla trasferta di Napoli nel febbraio 2017 infatti, in seguito alla sua doppietta, via Trieste (dove abitava) era diventata ‘via Mattia Caldara, eroe di Napoli’. Proprio a Scanzo fino a pochi mesi fa viveva ancora con papà Stefano e mamma Laura, due figure semplicemente imprescindibili per lui. Legatissimo alla famiglia, Caldara, nonostante un carattere molto diverso da quello di papà Stefano: pacato e tranquillo Mattia; un po’ più irrequieto il padre, che più volte ha ammesso di vivere con particolare tensione le partite del figlio. Prima di partire per la prima esperienza fuori casa, a Trapani, l’ex Atalanta si tatuò sul braccio le iniziali di mamma e papà per sentirli più vicini. Al termine di ogni stagione, a casa Caldara, dai 9 anni di Mattia in poi, si aspettava la lettera di convocazione anche per la stagione successiva dell’Atalanta, fino a quando divenne semplicemente una formalità visto il valore del giocatore. Negli anni Mattia divenne ‘The Wall’: così lo soprannominarono i compagni nelle giovanili proprio perché insuperabile. Nella vita di tutti i giorni invece per gli amici era ‘Colder’: altro soprannome nato dall’assonanza tra Caldara e coldera, ovvero caldaia in bergamasco. Mamma e papà però lo preparavano ugualmente anche ad una eventuale non conferma della Dea ma lui rispondeva sempre allo stesso modo: “Finché ce la faccio e mi tengono continuo, altrimenti torno allo Scanzo”. L’importante era giocare a calcio e divertirsi: un valore fondamentale che porta con sé ancora oggi in Serie A.
Un calciatore poeta
Alt. La passione numero 1 è sempre stata ovviamente il calcio, fin da quando ad un anno di età già gattonava per casa con il pallone tra le ginocchia. Appena più grandicello invece con una pallina di spugna con cui giocava ovunque iniziava a fare i primi danni domestici tra fiori, quadri e vasi rotti per la “gioia” di mamma Laura. Solo e sempre il pallone, ad eccezione del Game Boy: un must per la generazione nata negli anni ’90. Invece con la PlayStation non c’è mai stato molto feeling: dicono di lui che sia molto meglio in campo rispetto che a FIFA. Al di là di tutto ciò però, Caldara durante gli anni scolastici ha sviluppato una passione in particolare: la letteratura. Infatti, appena dopo essersi diplomato all’ITC ‘Vittorio Emanuele II’ di Bergamo con una votazione di 93/100 presentando una tesina sull’ecosostenibilità, se avesse continuato gli studi avrebbe optato per la facoltà di Lettere all’Università. Ai tempi delle superiori le lezioni più interessanti per Caldara erano quelle trascorse a trattare la ‘Divina Commedia’ e nel tempo libero è un vero e proprio divoratore di libri: ‘Delitto e castigo’ di Dostoevskij il preferito di sempre. Una passione che insieme ad una personalità timida e gentile, da perfetto antidivo, e una saggezza rara a 24 anni – “Noi degli esempi? È più importante chi scopre un farmaco o una malattia rispetto ad un calciatore” – gli sono valsi il nomignolo di ‘poeta’ da parte dell’ex compagno Petagna.Seppur non in lettere, dopo qualche anno sabbatico, anche la carriera da studente di Caldara potrebbe subire presto un’accelerata: il ragazzo infatti ha recentemente aderito al programma LUISS Sport Academy grazie al progetto Dual Career e alla collaborazione tra la LUISS di Roma e Gr Sports Agency (l’agenzia di Giuseppe Riso, il suo agente), prendendo parte al corso di laurea triennale di economia e management. Insomma, il classico studente che un professore vorrebbe vedere alzando la testa dal registro ma che soprattutto i tifosi del Milan non vedono l’ora di ammirare in azione a San Siro.
Juve, toccata e fuga… per Milano
Una storia breve quella tra la Juve e Caldara. Brevissima. Anzi, una vera e propria toccata e fuga dopo aver covato per quasi 2 anni il sogno di vestire la maglia della Juventus. Col desiderio di potersi allenare al fianco di quel Chiellini del quale aveva il poster in cameretta svanito in appena una preparazione in USA agli ordini di Allegri. Senza dimenticare la curiosità di conoscere e apprezzare da vicino CR7. Forse si sarebbe aspettato una presa di posizione più netta da parte della società. Invece è entrato nel vortice del mercato in una trattativa che ha suscitato non poche lamentele da parte di quei tifosi che giusto un anno fa si sentirono traditi da Bonucci. Sliding doors. Gratificato però allo stesso tempo dal neo ds rossonero, Leonardo, che lo ha ritenuto fin da subito imprescindibile per il buon esito dell’operazione. Ancor più motivato dopo aver ricevuto il benvenuto da Gattuso e i feedback positivi via chat dagli ex compagni Conti e Kessié, in attesa delle presentazioni ufficiali. Un grande motivo di orgoglio per Caldara anche quello di poter vestire la maglia del Milan come il suo idolo di sempre: Alessandro Nesta. La 13 però è già occupata dal suo prossimo compagno di reparto, quell’Alessio Romagnoli col quale comporrà quasi certamente anche la futura coppia difensiva della nazionale. Con Mancini che gongola per un feeling tra i due giovani difensori pronto a decollare definitivamente. Ora a Caldara non resta che far propri in minor tempo possibile i meccanismi difensivi rossoneri in una linea a 4 dopo aver dato il meglio di sé e fatto le fortune dell’Atalanta nella difesa a 3 di Gasp, con tanto di 10 gol segnati in poco più di 50 presenze. Quasi una formalità per chi in appena 3 mesi ha cambiato altrettante maglie. Da Bergamo a Milano passando da Torino, quasi senza rendersene conto.