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Fiorentina, Bove: “Mi sono sempre sentito un supereroe, ora invece sono più vulnerabile”

Edoardo Bove, Fiorentina (Imago)
Edoardo Bove, Fiorentina (Imago)

Le dichiarazioni di Edoardo Bove intervenuto come ospite al “Passa dal BSMT”, podcast settimanale di Gianluca Gazzoli.

Edoardo Bove è tornato a parlare. Dopo il breve intervento in occasione della serata finale del festival di Sanremo, il centrocampista della Fiorentina ha raccontato a “Passa dal BSMT”, podcast di Gianluca Gazzoli, le sensazioni e i ricordi di quel Fiorentina-Inter.

Bove ha iniziato dicendo: “Quando sono uscito dall’ospedale, l’impatto con le persone è stato incredibile. Ho visto come cambiava lo sguardo delle persone nei miei confronti. Inizialmente mi dava fastidio, era un pochino di pena. Ma non posso biasimarli: mi hanno visto in condizioni brutte. Erano contente di vedermi, ma allo stesso tempo dicevano: ‘Poverino questo ragazzo di 22 anni, in rampa di lancio nella sua carriera’. Poi dopo ho iniziato ad analizzare come si ponevano nei miei confronti”.

Il centrocampista della Fiorentina ha proseguito: “Erano davvero felici di vedermi. Hanno avuto paura in tanti: mi ha fatto capire l’importanza e la gravità della situazione di quello che era successo. Tuttora una parte di me non vuole credere a ciò che è venuto. Io mi sono sempre sentito un po’ un supereore, ma poi adesso esce fuori una parte vulnerabile. Immagino mi fosse successo a 15 anni, il rammarico di non sapere dove sarei potuto arrivare avendo obiettivi mi avrebbe davvero distrutto. Se ti succede prima… non oso immaginare”.

L’ex Roma ha aggiunto: “La prima cosa che ho fatto quando mi sono svegliato è stata vedere quelle immagini. Volevo vedere cos’era successo perché mi sono svegliato in ospedale senza capire. Inizialmente non mi davano fastidio, ora dopo un po’ di tempo è come se tornassi indietro. L’altro ieri li guardavo e mi dà più fastidio. All’inizio era un ‘Ok mi è successo questo, reagisco in questo modo’. Sono molto razionale. Ora nel rivedere l’episodio, mi dico: ‘Sto recuperando, anche a livello mentale’. Ma vedere quelle immagini mi fa fare dei passi indietro”.

Fiorentina, le parole di Edoardo Bove

Bove ha raccontato: “Mi escono delle domande capricciose, come quelle di un bambino: ‘perché gli altri possono giocare e io no?’. Poi uno ragionandoci bene è ovvio si senta fortunato. Quello l’ho realizzato subito perché ho capito quanto si sono spaventati tutti. Vedendo la faccia dei miei famigliari davvero mi sono reso conto. E allora ti senti un po’ in colpa quando ti fai queste domande capricciose. Sono fortunato, ma te le poni comunque. E poi sono diventato molto più emotivo. Inizialmente ho pensato di dire: ‘che figura di m*!’. Dico davvero, non mi ero mai mostrato così vulnerabile di fronte a delle debolezze”.

Il calciatore italiano ha proseguito affermando: “Lo sport è la prima cosa che pone i bambini davanti a delle responsabilità. Non poterlo praticare, qualche ragazzo che non può farlo, ha proprioa una mancanza. Lo sport mi ha dato valori, rispetto. Non poterlo fare stare fermo mi fa sentire in dubbio su me stesso. Ma sono Edoardo che fa sport, ma questa versione che non lo fa, va bene? Di Fiorentina-Inter mi ricordo anche le azioni successe prima. Poi ricordo il gol di Lautaro, lì sentivo girare un pochino la testa. Il cuore? Zero. Il giramento di testa pensavo anche fosse dovuto all’alimentazione perché non sentivo niente al petto o altri dolori. Mi sono accasciato per far finta di allacciarmi le scarpe perché non stavo bene. E lì secondo me ho fatto peggio: quando mi sono rialzato, sono andato giù”.

Edoardo Bove in campo (IMAGO)

Il racconto dell’episodio

Bove ha raccontato come ha vissuto l’episodio: Non ho sentito assolutamente nulla. So che per ogni persona è differente, ma non ho avuto avvisaglie da parte del mio cuore. Mi sono svegliato senza ricordare nulla del percorso in ambulanza, qualche flash. Niente. Quando mi sono svegliato, mi toccavo le gambe, la testa. Pensavo di aver fatto un incidente. Anche in ambulanza ho fatto un bel casino”.

Infine ha concluso: “Dopo che mi hanno rianimato, sono shock che ti rimangono. Cercavo di mordere, ero indemoniato. Le prime persone che ho visto non ricordo di averle visite. Le prime persone erano il mister, il ds e il dg. La cosa incredibile su cui mi soffermo è come il cervello tenda a fare un processo isolato da solo senza che tu glielo chieda, facendoti dimenticare certe cose”.