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23 Ottobre 2016. Il Palermo di Roberto De Zerbi è impegnato con la Roma di Luciano Spalletti. Finisce 4-1 allo Stadio Olimpico e i rosanero incappano nella quarta di quelle nove sconfitte che poi sono costate la panchina all’allenatore bresciano. Esattamente un anno dopo c’è un’altra squadra, sempre giallorossa e che nove partite ne ha già perse, tutte di fila. E’ il Benevento del presidente Vigorito, autore del doppio salto dalla Serie C alla Serie A. Una promozione, quella dello scorso anno, ottenuta nel segno di Marco Baroni, esonerato nella giornata di oggi dopo aver centrato il record negativo di 9 ko consecutivi su 9 tentativi. E allora la società è corsa ai ripari, dando l’addio all’allenatore e al direttore sportivo Di Somma.

CHI E’ ROBERTO DE ZERBI?

La scelta della dirigenza giallorosa è ricaduta su Roberto De Zerbi. 38 anni, spiccato accento bresciano ma trapiantato al sud di cui è profondamente innamorato. Foggia, Avellino, Napoli e Catania da calciatore. Foggia, Palermo e adesso Benevento in panchina. Già, il Benevento. Ricordi in agrodolce per Roberto, che con il Benevento ha ancora un conto in sospeso, considerato il secondo posto della stagione 2015/16. Una Serie B strappata al suo Foggia, ma da domani una Serie A da disputare proprio con la squadra giallorossa. E’ cominciato tutto con un “vorrei”… Una letterina di Natale nella quale De Zerbi chiedeva come regalo invernale la coppia composta da Fabio Mazzeo e Fabio Lucioni, rispettivamente attaccante e capitano del Benevento targato Auteri. C’era una strega che in particolare che entusiasmava Roberto De Zerbi, ed era proprio Fabio Mazzeo, diventata poi la principale comparsa degli incubi di De Zerbi in un inverno più freddo del solito. Proprio quel Fabio Mazzeo, divenuto il trascinatore del Foggia un anno dopo, quando De Zerbi aveva già fatto le valigie. C’ erano visioni diverse rispetto alla società, qualche frizione di troppo con il direttore sportivo Di Bari e l’addio sancito in un ferragosto rovente. Come detto, gli sarebbe piaciuto vedere Fabio Lucioni al timone della sua difesa, ma poi così non è stato. Però da uomo di sport qual’è, è stato il primo a fargli i complimenti dopo la vittoria sul Lecce e la promozione aritmetica. Un sms sincero, di grande stima, nonostante gli attriti con il Benevento e con Gaetano Auteri. Attriti e frizioni alla base di questo scetticismo generale dei tifosi del Benevento, che in serata l’hanno accolto con un pò di freddezza. E per un ulteriore scherzo del destino, gli toccherà ripartire da Benevento, proprio la città dove ha subito la prima sconfitta in carriera: 21/09/14, Benevento-Foggia, 2-0.

IL FOGGIA E IL “DE ZERBI-IEMMELLO 2.0”

E’abituato a sorprendere, stupire a volte spiazzare Roberto De Zerbi. La sua più grande vittoria è stata quella di essere riuscito a riportare entusiasmo in una città ai margini del calcio che conta per circa un ventennio. Con lui in panchina il Foggia ha potuto contare dai 10 ai 15mila spettatori presenti quasi in ogni partita disputata allo Zaccheria, tra il 2014 e il 2016. Nel mezzo l’ingresso di una proprietà ambiziosa, immagine e somiglianza della sua persona. Un gioco spumeggiante, quasi totale. Una sorta di Arancia Meccanica di metà anni 70, in una cittadina di 150mila abitanti. Qualcuno l’ha ribattezzata addirittura DeZerbilandia. Per qualcuno un’eresia, per qualcun altro un vero e proprio mini sequel di una serie di successi avutosi a metà anni 90 con regista Zdenek Zeman. Dai consigli sulla dieta alla squdra al gruppo di Whatsapp in cui si parlava di tattica fino a notte inoltrata. Con tutti i calciatori rapporto vero, con uno in particolare più degli altri: Pietro Iemmello. Il suo figlioccio, che adesso ritroverà nella sua squadra, 16 mesi l’ultima volta, nel giorno di Foggia-Pisa e delle lacrime di quel ragazzo capace di realizzare 53 gol in 77 partite con De Zerbi allenatore. Lo ha rubato a Spezia e Lanciano in Serie B, lo ha difeso e coccolato: “Posso garantire che farà 30 gol quest’anno”. Detto e fatto. Nel mezzo lo ha anche messo anche ai margini della rosa, prima di un Catanzaro-Foggia. Iemmello resta a casa, paga la scarsa concentrazione negli allenamenti e la scarsa motivazione delle ultime partite. De Zerbi va a Catanzaro senza punte e con Sarno falso nueve. Torna a casa senza punte, ma con tre punti pesantissimi. Guai a farlo arrabbiare, lo sa bene “Re Pietro”.

LA PARENTESI DI PALERMO

A Foggia De Zerbi ha dimostrato di essere bravo, di essere coraggioso e di essere anche sfrontato. Un mix importante per un allenatore 38enne, con il quale aveva convinto anche Maurizio Zamparini, alla ricerca di un profilo simile dopo l’addio a Davide Ballardini. Sono stati mesi turbolenti quelli in Sicilia. Non è riuscito a trovare il giusto feeling con società e squadra, visti anche gli scossoni societari della scorsa stagione. Dodici partite, dodici formazioni diverse per una squadra non pronta soprattutto sotto l’aspetto mentale. Lo dice il campo, se si considera che i rosanero di De Zerbi hanno subito ben 4 rimonte in campionato, che sono costati alla squadra ben 11 punti. Una squadra giovane, forse poco matura, ma con una bella sorpresa in attacco: Ilija Nestorovski. 11 reti realizzate per lui in Serie A, nonostante la retrocessione. Un’altra scommessa vinta da De Zerbi, visto che l’attaccante macedone non veniva molto considerato da Ballardini. Dicevamo di coraggio e sfrontatezza. La stessa con cui ha messo in campo i giovanissimi Fulignati e Lo Faso in Coppa Italia contro lo Spezia: quella partita è finita ai rigori, con lo Spezia a passare il turno e a mettere la parola fine all’esperienza di De Zerbi sulla panchina rosanero. Dal 30 novembre del 2016 a questo 23 ottobre 2017 è passato quasi un anno, sfruttato da De Zerbi per studiare e migliorarsi. D’altronde lui è così, un pò workaholic, proprio come Guardiola. Dal quale era spesso a lezione di tattica a Monaco di Baviera. Anche per questa sua capacità di migliorarsi sempre e per la facilità nell’illuminare il gioco, A Foggia è sempre stato definito “la Luce. E’ proprio buio a Benevento, con le Streghe ferme a 0 punti. Servirà la Luce. E chi meglio di Roberto De Zerbi allora…



Foto di Rebecca Zichella