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Agnelli carica la Juve: “Possiamo ambire a vincere ogni competizione. Il successo più bello è quello che verrà”

Resoconto e punto della situazione. In diretta dall’Assemblea degli azionisti della Juventus, ha parlato così il presidente Andrea Agnelli: “Non ci vogliamo nascondere e siamo estremamente orgogliosi di quanto fatto in questi 5 anni: una pagina importante della storia della Juve. Un pensiero all’area tecnica e amministrativa: Marotta, Nedved e Paratici. Ed anche ai giocatori scesi in campo. Un ringraziamento a tutti gli uomini e le donne della Juve poi, è doveroso. La Juve vive per il successo, il prossimo, il più bello e più difficile. Noi in Europa siamo ancora i principali attori del calcio mondiale, ma dobbiamo guardarci sia ad est che ad ovest e la progressiva polarizzazione all’interno dei maggiori club europei: ci sono 8 club che fatturano più di 400 milioni. Questi club stanno prendendo il largo e noi siamo a ‘metà strada’: c’è il rischio di essere intrappolati nel mezzo”. Riflessioni poi sugli ultimi 5 anni:La società ha avuto una crescita significativa che ci permette di ambire a vincere ogni competizione. C’è stata una programmazione ambiziosa. Abbiamo impostato una struttura solida”. Sul futuro: “Penso alla Premier League, alla Liga e alla Bundes. Noi dobbiamo confrontarci sempre con questi club, ma in questi 5 anni abbiamo lavorato molto ed ora ne raccogliamo i frutti. I mercati strategici sono l’America e la Cina. È importante anche individuare nuovi target, come la figura di ‘J’: domani inaugureremo la sua casa nel comparto est e ci sarà Dybala. Queste attività insieme a quelle digitali sono importantissime nello sviluppo del brand. I prossimi 2-3 anni lasceranno la Juventus in una posizione di competitività nazionale ed internazionale. La Juve vive anche di una parte di ricavi attraverso diritti televisivi derivanti dalla Champions League e dalla Serie A. Si è raggiunto ad un accordo tra UEFA e club che lascia diversi spunti per le competizioni future, diverse riflessioni. La Champions è ancora una manifestazione ‘europea’ per la fruibilità del prodotto stesso: giocarla al martedì e mercoledì sera svantaggia gli spettatori dagli USA, dalla Cina e non solo. Davanti a noi abbiamo sfide interessanti: si può dire che siamo all’inizio di una nuova primavera se andiamo ad affrontare le problematiche del calcio nella loro globalità. Il sistema ha bisogno di globalizzarsi. Ci sono diverse incongruenze. Con l’UEFA il dialogo è aperto, costante e costruttivo. Dobbiamo ambire a far sì che ogni bambino in ogni paese d’Europa giochi a pallone. In Italia da parte mia ci sono state diverse riflessioni sul mondo del calcio: le strutture, le riforme dei campionati, ad esempio. L’auspicio è di non essere una voce fuori dal coro ma che il coro possa apportare queste riforme. Il dialogo tra club si deve intensificare Italia ed in Europa. Il calcio non si deve dimenticare di permettere ad ogni club di sognare di vincere una competizione: la solidarietà nel calcio non deve diventare sostentamento, bisogna avere la continua capacità di innovare senza timore”.