Bisogna saper aspettare. Lei ritorna, arriva, regala felicità. C'è sempre, la Serie A. Magari per un paio di mesi si fa attendere, ma poi eccola: puntuale scocca il 19 agosto, magia. Come fosse un romanzo popolare, sì. Creando consolazione nella sua ripetizione. Producendo ricordi, tradizione e regalandoci ogni anno nuovo talenti. Giovani, belli e debuttanti. Chi sbarca dalla B, pronto a compiere il definitivo salto di qualità: chi arriva dall'estero, approcciandosi quindi con la più tattica realtà italiana. E allora non ci resta che scoprire assieme 10 dei nuovi talenti del campionato di Serie A 2017/18.
Ounas
L'azzurro è un pianeta a sé, ci sono delle regole precise: tutte con una legge madre, il bel gioco. Costruzione perfetta, trame a memoria e, soprattutto, esterni da paura. Forti, piccoli e belli. Perché sono insostituibili, Mertens, Insigne e Callejon. Insomma, non è facile trovare sostituti all'altezza. Serve studio e conoscenza, serve uno alla Adam Ounas. Direttamente dal Bordeaux. Uno dall'estetica funzionale su misura per questo Napoli: giovane (1996), veloce, rapido e 'sgamato calcisticamente'. Tanta fantasia, sì, ma non solo: perché il suo pre campionato ha affascinato tutti, ha convinto. Adam pare ci possa stare molto bene nel sistema Sarri. Ovvio, non sarà facile scalzare Callejon, ma Ounas non si limiterà di certo a vestire il ruolo della controfigura. Tra doppi passi e scatti social, pazzo da subito dell'Italia: e pronti a conquistare la Serie A.
Orsolini
Miglior marcatore del Mondiale Under 20, bello sul pezzo. Carichissimo. That’s Orsolini, sì. Pronto per infiammare la Serie A, con l’Atalanta. Talento infinito, vietato discuterne. Ala mancina dal dribbling spezza partita, già: ricordate la scorsa Serie B? Protagonista all’Ascoli con 8 gol e sei assist, e adesso il prestito biennale a Bergamo. A servizio di Gasperini. E naturalmente con una finestra sull’orizzonte Juve, sognando un grande campionato in nerazzurro.
Ciciretti
Con la forza di un Super Sayan, alla Dragonball: chioma bionda e via, a gasare il battesimo in Serie A del suo Benevento. Ah, il soggetto: proprio lui, Amato Ciciretti. Dai tatuaggi ai gol, col suo mancino. E ora il ragazzo della Magliana, dopo l’ottima stagione in B (6 reti e 12 assist), è pronto a compiere il prezioso salto di qualità. Magari esultando alla Totti, cresciuto e scartato dalla Roma: dalla Lega Pro alla A, nella bolgia del Vigorito. Magari evolvendosi in un…Super Sayan.
Under
Sarà anche la Serie A dei turchi. Estrosi, ricchi e di fantasia. Con delle somiglianze, caratteri da Dybala. Nella testa, però, l’ambizione di conquistare Roma. Perché Cengiz Under è già un vero giallorosso, rivedere il suo pre campionato per credere. E leggere la nostra intervista al suo agente per scoprilo nei suoi segni particolari.
Marusic
E adesso scriviamo in serbo, usando l’alfabeto di Marusic. Come la A di…assalto: perché Adam è un terzino destro di spinta, un bel trenino. Da utilizzare poi da esterno nel 3-5-2 di Inzaghi. Fattore da jolly e duttilità al servizio biancoceleste. Dal Montenegro a Roma, volando come un’Aquila.
Bonifazi
Fece a ‘botte’ con Amauri, nulla di grave eh: questioni di campo. Duelli in allenamento tra difensore e attaccanti. Contrasti e sportellate, "Diventerai un gran giocatore": poche storie. Racconti dei tempi della Primavera del Torino, quando il centravanti brasiliano, dopo aver ricevuto un trattamento speciale in allenamento, benedì il giovane Kevin. Preciso, forte e passionale: dalla relazione con Miss Italia 2015 – Alice Sabatini – all’esplosione con la Spal. E ora di nuovo a Torino, ben visto da Mihajlovic: destino da titolare e futuro da colorare di azzurro. Per il momento granata, memore di quel duello con Amauri.
Cornelius
Un uomo per l’Europa, gigantesco: 193 centimetri per alzare l’ambizione nerazzurra. Roba da Cornelius, classe 1994, nuovo attaccante al servizio di Gasp. Simile a Petagna, grosso e danese. Già esperto. Numeri da Champions League, 6 reti l’anno scorso tra preliminare e girone con il Copenhagen. Fino alle valanghe di reti in questo pre campionato. Con un profilo Instagram sempre aggiornato e tanta voglia d’Italia. In un’Europa tutta nerazzurra.
Berenguer
In origine doveva essere Napoli, poi granata. Del Torino. Quasi una beffa, già. Sfumature di un mercato che stava entrando nel vivo. Ora, però, il presente. “Perché ci sono dei treni che passano una volta sola”, e allora per non sbagliare meglio prenderli al volo. Dalla Spagna all’Italia, dalla Liga alla A. E ora il ‘Pollito’ si mette al servizio di Sinisa, con la sua duttilità forgiata dall’Osasuna: esterno destro capace di giocare su entrambe le fasce. Vero e proprio jolly. “Mamma dice sempre che da piccolo rompevo le scatole a chiunque”, papà invece un’estate lo fece svegliare ogni giorno alle 6 per fare il carpentiere: il motivo? Troppi brutti voti a scuola. E meno male che adesso è solo calcio, robe da Serie A.
Verde
In origine doveva essere Cerci, Pazzini e Cassano: tridentone da goduria pura, ma l’estate ha regalato sorprese. Antonio molla, lascia Verona. Ops. Ricalcolo. Stessa rotta, ma con un protagonista diverso: Verde. Faccia matura ma età freschissima, classe 1996. Tra gavetta e talento, storie da Serie B: 8 gol la scorsa stagione grazie alla spinta di Pecchia. Ma il suo inizio fu Roma, e allora in mente balza il Cagliari. Scavino dolcissimo a mandare in porta Ljajic e via: predestinato. E “Verde non si rende ancora conto dei mezzi che ha”, pungolate al tempo di Rudi Garcia. Step e gradini di una carriera in divenire, saltando un provino con la Juve a causa della neve. Destino. E ora Verona, in A. Assieme a Cerci e Pazzini, dimenticando Cassano. Ala destra o sinistra, dappertutto.
Bajić
Lui è preparato, o meglio: Dzeko gli ha spiegato quanto sia difficile fare gol in Italia. Dall’altra parte, però, parla la genetica: segnare fa parte del DNA di Riad Bajic. Portato all’Udinese per garantire a Delneri il sostituto di Zapata. Missione da bomber, provando a spaccare le dure difese della Serie A. Sul CV stampate in grosso le 22 reti in 64 partite della sua esperienza in Turchia, questione d’impatto. Ottimo come riferimento centrale in un 4-3-3, oppure al fianco di un’altra punta in un 4-4-2: efficace. E soprattutto ben consigliato dal connazionale Dzeko.