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Data: 07/12/2016 -

Salvatore Aronica e la Champions: "Napoli più forte con Sarri, ma che impresa con Mazzarri! Quel siparietto con Drogba..."

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Il Napoli e la Champions League. Storia di notti magiche e di emozioni, di lacrime e delusioni. Negli ultimi cinque anni ben tre partecipazioni, non male per una società che nel resto della sua storia aveva giocato soltanto due volte nella vecchia Coppa dei Campioni. Ieri sera un’altra pagina importante, con la vittoria di Lisbona che ha regalato agli azzurri la qualificazione agli ottavi di finale cinque anni dopo l’ultima volta. Da Mazzarri a Sarri, in mezzo la delusione dell’eliminazione con Benitez: 12 punti, record storico, che però non bastarono per andare agli ottavi di finale. In quella maledetta notte contro l’Arsenal, la copertina fu dedicata alle lacrime di Higuain. Ieri sera le prodezze di Callejon e Mertens hanno steso il Benfica, regalando gli azzurri una gioia. E cinque anni fa? Era il Napoli di Hamsik, Lavezzi e Cavani. Ma anche dei gregari: Maggio, Inler, Camapagnaro, Cannavaro e… Aronica! Forse il calciatore che rappresentava al meglio quella squadra: il guerriero venuto dal basso capace di affrontare con schiena dritto e petto in fuori i grandi campioni del calcio europeo.

Ora gli azzurri sono di nuovo agli ottavi. Dal Napoli di Mazzarri a quello di Sarri: tante differenza ma la stessa capacità di accendere la fantasia dei tifosi azzurri. “Ma sono due squadre completamente diverse – racconta Salvatore Aronica ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – perché è cambiato sia il sistema di gioco che gli interpreti. Oggi il Napoli ha una rosa più competitiva, attrezzata con due calciatori per ruolo. Allora avevamo pochissimi ricambi e giocavamo un calcio diverso. Giocavamo con un 3-4-2-1, con cui sfruttavamo molto le fasce. Oggi invece hanno più punti di riferimento che magari permettono alla squadra di Sarri di attuare un calcio più bello”. E ieri al Da Luz il Napoli ha ottenuto un’altra vittoria storica, non accontentandosi di qualificarsi sfruttando il risultato di Kiev ma facendo la voce grossa sul campo del Benfica. “Non era facile ad inizio gara, si sapeva che la posta in palio era alta. Il Napoli si è comportato da squadra di caratura internazionale, gestendo benissimo anche il fattore ambientale. Per questo vanno dati i giusti riconoscimenti alla società, che ha costruito un grande gruppo, e a Sarri che ha dato maturità a questa squadra”.

Oggi il Napoli riesce ad esaltare il proprio pubblico attraverso il gioco. Ai tempi di Mazzarri, invece, erano la grinta e il carattere degli azzurri ad accendere il San Paolo. “Avevamo cuore, spirito di sacrificio e voglia di scrivere la storia – prosegue Aronica – La squadra aveva lo stesso DNA di Mazzarri, quella grinta che ci permetteva di giocare con coraggio contro qualsiasi avversario. Vincemmo con Villareal, Manchester City e Chelsea, pareggiamo al San Paolo contro il Bayern Monaco. E’ vero, avevamo dei limiti tecnici ma non mollavamo di un centimetro. Alla fine arrivammo agli ottavi giocando un girone di ferro, eravamo la cenerentola del raggruppamento ma poi ci qualificammo. Quella fu una vera impresa, scrivemmo la storia. Senza nulla togliere a questo Napoli che però era favorito nel girone”. Quest’anno la storia è stata scritta al Da Luz, cinque anni fa fu il Madrigal di Vila-real lo stadio dei sogni: “Quello fu un crocevia fondamentale per noi, sapevamo di dover vincere per non dipendere dal risultato di Manchester City-Bayern Monaco e preparammo la gara meticolosamente. Alla vigilia c’era grande emozione e paura, molti di noi non erano abituati a partite del genere. Fu bravo Mazzarri a darci tranquillità e serenità”.

Quell’avventura in Champions del Napoli, però, si fermò agli ottavi contro il Chelsea. Nonostante la vittoria per 3-1 al San Paolo, una partita che riporta alla luce grandi ricordi per Salvatore Aronica. “Sì, quel giorno giocai una delle mie più belle partite tanto da essere nominato dall’UEFA migliore in campo. Non posso mai dimenticare l’episodio del gol negato a Drogba, con un salvataggio che tutti ancora oggi mi ricordano. Per me, che sono sempre stato un portatore d’acqua, fu una grande emozione. Drogba si alzò e mi disse ‘Incredible’, credeva già di aver segnato ma non aveva fatto i conti con la grinta di Salvatore Aronica”. Eguagliato il risultato di cinque anni fa, ora i tifosi del Napoli sognano di andare oltre: “A questo punto si inizia a fare sul serio. Se nel girone hai la possibilità di rimediare a qualche piccolo errore, nella doppia sfida non puoi permetterti disattenzioni. Bisogna sfruttare il fattore campo, il San Paolo è sempre un’arma in più. Poi molto dipende dall’urna. L’avversario ideale? Non esiste, le 16 squadre che arrivano agli ottavi sono tutte forti. Poi la gara di Kiev di ieri ha insegnato che, in Champions League, non c’è nulla di scontato”.

Il Napoli di Sarri punta ad andare oltre, a quei quarti di finale mai raggiunti nella storia. Serviranno due grandi prestazioni, un po’ di fortuna e gran cuore. Per quest’ultima cosa chiedere a Salvatore Aronica come si fa!



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