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Il gommone dall’Albania, la Serie D e ora capocannoniere d’Europa: la storia di Azdren Llullaku

Certe storie, se non esistessero, sarebbe difficile anche inventarle. A 28 anni Azdren Llullaku, di storie, ne ha già da raccontare per una vita intera: “Preferisci una bella o una brutta?“. Scherza, perchè sa. La guerra, la fuga dall’Albania, la Serie D e ora i 12 gol in 14 partite con il Gaz Metan nella Serie A rumena, che lo rendono l’attaccante più prolifico d’Europa: sarebbe sufficiente anche così. Tappe, figurine appiccicate su una linea del tempo che si è dilatata, per far spazio a tutti i ricordi, buoni e cattivi. “Ogni giorno ripenso al viaggio in gommone da Valona a Bari, era il 1999. In quegli anni organizzava tutto la mafia albanese, ero insieme a mia madre e mio fratello. Si partiva a migliaia. Resterà sempre dentro di me il fatto che fossi salpato la sera prima… beh, non ce l’avrei fatta: sono morti tutti“.

E invece Azdren ha compiuto la traversata con successo e si è sistemato in Veneto: “L’Italia mi ha dato tanto, in particolare la possibilità di crescere come persona, oltre che come giocatore. L’Italia mi ha dato un posto dove vivere, quindi per me è tutto“. Ed è qui che ha cominciato ad avere confidenza con il calcio: “In Kosovo giocavo solo a scuola”, racconta in esclusiva a www.GianlucaDiMarzio.com. “La mia prima vera squadra sono stati gli Esordienti del Vallata 1999, quando avevo 13 anni. Salii dopo poco tempo in Terza Categoria, anche se non sapevo niente di categorie o come funzionassero le cose. Si accorsero di me mentre giocavo a calcetto con amici, pensa. Dopo tre anni sono andato a Conegliano in Eccellenza, e da lì Serie D”. Poi, però, qualcosa si è inceppato: “Da regolamento non potevo essere tesserato con una squadra di categoria superiore alla D, perchè extracomunitario. Ho cercato una volta con l’aiuto di avvocati di riuscire a salire in C2, ma fu impossibile. Anche se alcuni ce la facevano, a riprova che non legge non è sempre uguale per tutti.

Motivo per il quale è stato costretto a partire e a lasciare la famiglia a Treviso, ormai casa sua: “Un procuratore mi ha chiesto se ero interessato ad andare a fare un provino in Romania. In quel momento non ci ho pensato due volte e ho detto sì, qui non avevo possibilità. Il Gaz Metan mi ha preso subito e col senno del poi devo dire che sono contento della mia scelta“. Llullaku è ormai lontano dall’Italia da quasi cinque anni, ma mai ha segnato così tanto come in questa stagione: “16 gol in 19 partite è davvero un bel risultato, sono felice ed è un momento importante della mia carriera“. Anche perchè è finalmente arrivata la prima presenza nella nazionale albanese, a ottobre: “De Biasi mi aveva già chiamato una volta anni fa, poi però non ero mai più comparso tra i convocati. Sono davvero contento che ci abbia ripensato. Sono dell’idea che l’Albania debba tutto a Gianni, da quando è arrivato lui il calcio qui è cambiato sproporzionatamente. Ha fatto un lavoro incredibile, tutto il nostro popolo gli è riconoscente“.

Esaudito il sogno Nazionale, ora è tempo anche di pensare al futuro: “Ho un contratto qui in Romania fino a fine anno, il mio desiderio è quello di tornare a giocare in Italia un giorno, ci ho sempre pensato. Lì ho la mia famiglia e se continuo a segnare, cosa che mi auguro di fare, spero di sistemarmi in una buona squadra. Sarebbe bellissimo (ha anche una clausola che lo libererebbe a zero già a dicembre, ndr). E magari giocare anche il prossimo Mondiale… “È un sogno troppo grande anche solo da immaginare, ma non si sa mai. Intanto a marzo spero di essere in campo in Italia-Albania, sarà un grande momento“.