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Venezia, Inzaghi: “Champions? La finale sarà Bayern-Juve, il Napoli potrebbe essere la sorpresa”

Champions League, si parte. Dieci mesi di battaglie in tutti gli angoli d’Europa per arrivare a Cardiff e provare ad alzare la “coppa dalle grandi orecchie”. C’è chi la Champions l’ha vinta più di una volta e tra questi c’è Filippo Inzaghi, il re dei “gol di rapina”. L’ex attaccante di Milan e Juventus, tra le altre, legge le carte alla massima competizione europea per la Gazzetta dello Sport:

“La Champions è il massimo. Ricordo ancora il primo gol in Juve-Feyenoord, ero appena arrivato dall’Atalanta. Una gioia incredibile. Poi la doppietta di Atene, ovviamente. La doppietta al Real, anche: l’ultima mia notte di Champions, pochi giorni dopo mi infortunai gravemente. Ma credo che i miei gol più importanti siano i quattro segnati nei preliminari del 2003 e del 2007: in entrambi i casi il mio Milan partì da lontano e vinse la coppa”. La Champions inizia oggi, ma Inzaghi pensa già alla finale: “Sarà Bayern-Juve. I tedeschi sono fortissimi e Ancelotti è un tecnico eccezionale per cui provo un grande affetto. Per la Juve, invece, è arrivato l’anno giusto. Ha tre attaccanti straordinari perché insieme a Higuain e Dybala io considero anche Mandzukic che è prezioso. La società ha fatto benissimo a vendere Pogba: ha rinforzato l’attacco con Higuain, il centrocampo con Pjanic e la difesa con Benatia, che è forte davvero. Il problema della Juve è solo uno: stavolta deve vincere. Un po’ di pressione si avvertirà. Presto andrò a vedere la Juve allo Stadium”.

“Super Pippo” assembla il “super attaccante”: “Deve avere il destro di Higuain, il sinistro di Messi, il colpo di testa di Lewandowski, il senso del gol di Suarez, lo smarcamento di Dybala. I miei preferiti? Da piccolo guardavo Paolo Rossi e Marco Van Basten. Meglio Higuain-Dybala o Inzaghi-Del Piero? Loro due sono eccezionali. Però io e Ale al primo anno insieme andammo in finale. Se Higuain e Dybala vogliono fare meglio di noi hanno una sola strada: vincere la coppa… Ma non dipende solo da loro: i gol degli attaccanti valgono quanto quelli che i difensori evitano”. Il Napoli di Sarri potrebbe essere l’outsider: “Mi aspetto la conferma dell’Atletico Madrid di Simeone. Una bella sorpresa può essere il Napoli: ha perso un giocatore straordinario come Higuain ma ha rinforzato il complesso con tante valide alternative. Milik è molto interessante, perché fa sempre i movimenti giusti. Callejon lavora tanto e segna, Mertens e Insigne aggiungono fantasia. Sarri? Immagino sarà emozionato, gli mando un in bocca al lupo sincero. Merita queste soddisfazioni perché ha fatto un bel percorso. Il suo gioco e le sue idee avranno peso anche in Europa”.

Nel Napoli gioca un certo Reina: “Come dimenticare? C’era lui in porta ad Atene. Gli feci il mio gol più lungo: io, il re dei gol corti. Scatto, dribbling, tiro rasoterra lento, la palla che corre verso la porta, io che corro verso la bandierina. Kiev? Ricordo il campo gelato, vincemmo 4-1, segnai una tripletta. Mi piace ricordare Alberto D’Aguanno, che mi intervistò dopo quella gara e che è scomparso troppo presto”. Inzaghi ora allena il Venezia in Lega Pro, ma spera di poter sentire presto la musichetta della Champions: “Vedremo. Io spero di fare come Ancelotti e Zidane: vincere la coppa da giocatore e da allenatore. Ma ora non ci penso. Sono felice della scelta che ho fatto: lavoro tantissimo, i ragazzi mi seguono, la società è entusiasta. Per me allenare il Venezia è come allenare il Barcellona. O il Milan. Dei rossoneri posso dire solo una cosa. Le bandiere rossonere servono eccome: ci sono campioni e uomini di spessore che hanno il Milan nel cuore e che sarebbero preziosissimi adesso. Io spero che questo club torni grande in breve tempo anche perché la Champions, senza Milan, è un po’ meno Champions”.