Si chiama Rafael Santos Borré, ed è l’uomo che col suo gol da sogno al Camp Nou ha portato l’Eintracht Francoforte alle semifinali di Europa League: è maturo, versatile, vede la porta e sa giocare in più sistemi di gioco. Tutto quello che si può chiedere a un ragazzo di 26 anni che di mestiere fa la punta. Un ruolo che racconta un po’ quella che è stata tutta la sua storia, fatta di viaggi, cambi di decisione e posizione.
È cresciuto a Barranquilla e sognava di fare il portiere: la vocazione gliel’ha data una vecchia conoscenza del calcio italiano, Óscar Córdoba, meteora del Perugia ma grande riferimento tra i pali in Sudamerica, dove ha vinto soprattutto con la maglia del Boca Juniors. Eppure di quell’idolo non ha preso nulla: perché invece di fare il portiere al Boca, è finito a fare la punta al River.
Ironia di un destino che lo ha portato progressivamente verso l’area di rigore: prima difensore, poi centrocampista, infine attaccante, ruolo che lo ha portato a salire in fretta nelle quotazioni dei talent scout di tutto il Paese. Infatti nell’ambiente, dato il suo incredibile istinto del gol era noto a tutti come “Garantía Borré”, la Garanzia del gol.
Un apodo che gli è durato poco perché il suo nome di battesimo è particolare al punto da non meritare altri nomignoli. Un omaggio all’idolo della sua famiglia, il cantante popolare colombiano Diomedes Díaz, che chiamò suo figlio, a sua volta cantante e attore, proprio Rafael Santos.
Una delle serie tv dove ha lavorato Rafael Santos Díaz si chiama La Selección, la nazionale. Un programma ideato per omaggiare alcune leggende nazionali come il Pibe Valderrama, René Higuita e gli altri grandi del calcio cafetero. Nella selección vera, Rafael Santos Borré ci è entrato senza problemi grazie alla sua splendida esperienza al River, e ha giocato da titolare nella gara di debutto in Copa América in cui sono rimasti in panchina Duván Zapata e Luis Muriel.
Premio meritato per un’ascesa che è stata lenta, ma ha dato i suoi frutti: il primo passaggio in Europa con le maglie di Atlético Madrid e Villarreal non è stato da buttare, ma non lo ha valorizzato al meglio. L’incontro con Gallardo al River Plate ha fatto il resto: ha segnato tanto e soprattutto gol pesanti, come quello al Gremio che è valso la qualificazione alla finale di Copa Libertadores del 2018, la partita più importante della storia del club, che lui non ha potuto giocare per squalifica, ma che senza il suo gol nel turno precedente non ci sarebbe mai stata.
Nella sua prima stagione in Bundesliga, Santos Borré ha messo insieme un totale di 40 presenze, 9 reti e 6 assist. Una delle 9 reti l’ha segnata ieri al Camp Nou. Non la dimenticherà mai, per importanza e bellezza: ha consentito al suo Eintracht di eliminare il Barcellona, e soprattutto è stato il frutto di una clamorosa botta all’incrocio alle spalle di Ter Stegen. Dopo il gol, la dedica commovente: dito a indicare il numero 19 sulla coscia, lo stesso dell’idolo nazionale Freddy Rincòn, scomparso ieri a 55 anni.
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