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Sampdoria, Bruno Fernandes: “Onorerò la 10. Esaltato all’idea di giocare per Giampaolo”

Ventidue anni ma esperienza da veterano. Dopo Novara e Udinese, ora è entrato nel cuore dei tifosi blucerchiati grazie al gol del pareggio in extremis contro il Palermo, Bruno Fernandes. Tanta voglia di stupire, ma guai a definirlo un giocatore prettamente offensivo, anzi “Torno anche a coprire! Ho caratteristiche più offensive ma ho dimostrato di sapermi sacrificare”.

Tanti gli argomenti trattati nell’intervista de ‘Il Secolo XIX’, tra i quali anche l’ambientamento a Genova, dove presto nascerà sua figlia: “A Genova sto benissimo. Vivo con mia moglie ed il mio cane Simba, presto nascerà anche mia figlia Matilda”.

Quanta personalità: le responsabilità certo non lo spaventato visto il numero di maglia: “È un onore avere il 10. Peso? No, anzi: spero che un giorno la gente si ricorderà di come l’ho onorato. Mi piacciono le sfide”.

Una rosa rivoluzionata rispetto alla scorsa stagione, quella della Sampdoria, ma là davanti i nomi certo non mancano: Muriel è devastante e per chi come me gioca a centrocampo aver lui davanti è spettacolare perché puoi dargli la palla in ogni modo che ci arriva comunque. Quagliarella invece sa muoversi e attare gli spazi benissimo; mentre Shick è talentuoso e ha fatto bene dappertutto. Budimir vede la porta e se giocherà si farà valere”. Tanti anche i giovani promettenti a centrocampo: Torreira? Regista moderno, di carattere e palleggio. Praet? Bello da vedere e coraggioso, lascerà il segno. Linetty? Intelligente, tosto e con personalità; unica pecca, deve tirare di più”.

Ai nuovi arrivati a Genova viene immediatamente illustrato il valore e l’importanza del derby, che Bruno Fernandes già non vede l’ora di giocare: Il derby di Genova è top, bellissimo, la città si ferma. Non vedo l’ora di giocarlo, ma prima bisogna pensare al Pescara.

Infine, su quel Giampaolo in panchina andato incontro ad un inizio di stagione non proprio esaltante:Quando ho saputo che avrei trovato Giampaolo a Genova ero esaltato. Lo seguivo ad Empoli e adoravo il suo gioco, in più Zielinski mi parlava sempre di lui. Ora stiamo entrando nei suoi meccanismi, la squadra c’è e miglioreremo”.