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La chiamata dell’Atalanta e l’addio a Genova: l’estate di Retegui

Per la prima volta l’attaccante affronta il suo passato: la storia della trattativa che l’ha portato a Bergamo

Atalanta-Genoa non sarà solo una sfida al passato per Gian Piero Gasperini o una vittoria da ritrovare per entrambe le formazioni. Quella di Bergamo sarà anche, o forse soprattutto, la partita di Mateo Retegui. Per l’attaccante della Nazionale di Spalletti sarà una prima volta. La prima volta da avversario contro la squadra che in Italia l’ha portato e che con la cui maglia ha conosciuto la Serie A. 7 gol nella sua prima stagione e un ruolo da protagonista e riferimento nel disegno tattico di Alberto Gilardino. Una certezza. Prestazione che sono valse la chiamata in azzurro e l’interesse dell’Atalanta. È stato lui, infatti, il primo profilo individuato dai nerazzurri come sostituto di Scamacca, dopo l’infortunio del centravanti. 

 

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 La trattativa

Inizio agosto, il mondo Atalanta è proiettato alla nuova stagione, dopo un anno concluso con la vittoria dell’Europa League contro il Bayer Leverkusen. Nell’amichevole arriva la rottura del crociato di Gianluca Scamacca. I nerazzurri intervengono subito sul mercato. Il club pensa ai possibili sostituti, uno il profilo in cima alla lista: Mateo Retegui. L’operazione per portare l’attaccante a Bergamo parte subito. Quello dell’Atalanta è stato un vero e proprio blitz. Una trattativa lampo e un’intesa trovata.

 

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Una curiosità? La chiusura è arrivata il 7 agosto 2024. Un esatto anno dopo l’ufficialità dell’arrivo di Gianluca Scamacca in nerazzurro. 22 milioni più 3 di bonus, affare definito. Un acquisto in linea con la filosofia del club: profili giovani, di talento e italiani. Come Scamacca l’anno prima, Zaniolo nella stessa estate. E Spalletti ringrazia.

 

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 Retegui e l’Italia

Già 4 i gol segnati in questa Serie A da Retegui con la maglia dell’Atalanta. Già più della metà di quelli realizzati lo scorso anno con il Genoa. A Genova era arrivato nell’estate del 2023, diventando ben presto fondamentale nelle logiche di Gilardino. Un filo diretto con l’Italia quello dell’attaccante. Prima con la chiamata in Nazionale, poi l’interessamento dell’Inter. Infine, l’accelerata del Genoa e il viaggio dall’Argentina per il salto in Serie A. Alla fine in nerazzurro ci è arrivato. A Bergamo, non a Milano. Ora è pronto per sfidare il suo passato, grato per il tempo passato insieme.