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Come il Real Madrid è tornato ad essere una delle migliori squadre d’Europa

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Com’è finito il 2020, è iniziato il 2021. Il Real Madrid aveva chiuso l’anno solare come miglior squadra della Liga (83 punti in totale, contro i 73 dell’Atlético e i 68 del Barça) e l’ha cominciato assicurandosi una vittoria tutt’altro che scontata contro il lanciatissimo Celta di Coudet. Lo ha fatto con l’ennesima prova di maturità che, incorniciata nell’ottimo momento di forma, ci racconta come i blancos siano tornati ad essere una delle squadre più forti del continente.

Non era molto tempo fa che parlavamo ancora del Real Madrid delle “finali”: gli uomini di Zidane avevano cominciato il campionato tormentati dagli spettri della sconfitta di Champions con il City, mostrandosi fragili come mai da un anno a questa parte. La stagione delle finali ha ridato carica al Real, che ha sfruttato le partite da “dentro o fuori”, suo habitat naturale, per ristabilire le gerarchie e l’autostima che sembrava aver perso.

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Dopo la doppia vittoria con l’Inter, infatti, i passi falsi si sono verificati solo nelle due partite successive, quelle con Shaktar e Alavés: per il resto, un pareggio e 7 vittorie, fra cui quella col Mönchengladbach che ha regalato il primo posto nel girone di Champions. Ma i risultati convincenti sono arrivati anche nei contesti di “normalità”, quelli che ormai sembravano troppo noiosi per una squadra snob come questa. Qualcosa è cambiato.

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Il ritorno delle stelle e la crescita dei mestieranti 

Considerati esauriti in diverse occasioni dalla stampa spagnola, Toni Kroos e Luka Modric sono tornati a dare spettacolo. Nello specifico, il croato è nettamente il miglior giocatore di questo inizio di Liga. Partita dopo partita, Lukita sta ridefinendo il concetto di pragmatismo, dando ad ogni giocata quel tocco di lusso in più, senza mai sacrificarne l’utilità. In Liga ha già segnato 3 gol e servito due assist — anche se, le statistiche rivelano, mette i compagni in condizione di tiro una volta e mezzo a partita.

In un contesto tanto armonioso, non vanno lasciate per strada le grandi traiettorie ascendenti di giocatori apparentemente normali come Lucas Vázquez e Ferland Mendy. Il primo è diventato l’insostituibile di Zidane, unico in rosa per spirito di sacrificio e praticità. Con Mendy titolare, invece, il Real Madrid non ha mai perso in Liga: 30 partite, 23 vittorie, 7 pareggi.

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Zidane, il vincente creativo

Il terzino francese rappresenta bene l’eccellente lavoro che sta facendo Zidane nel coprire le lacune di questa squadra. Arrivato impacciato e senza mostrare qualità tecniche galattiche, Mendy è diventato un terzino che ha scoperto come inserirsi coi tempi giusti e come rendere la sua fisicità un fattore incontrollabile per le difese avversarie.

A questo ha contribuito una creatività tattica che difficilmente si attribuisce a Zidane. Il francese ha lavorato molto sulle posizioni dei due terzini, oggi stabilmente più stretti verso il centro del campo e chiamati a dividere centrale e laterale di difesa avversario. Ma non è l’unica novità: Casemiro ha smesso di essere il libero dei primi anni e passa molto più tempo in avanti e, come abbiamo visto nella partita con il Celta, smarcamenti e linee di pressione stanno assumendo fisionomie sempre più elaborate.

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E, anche senza bisogno di andare a cercare chissà quale innovazione tattica, il Madrid rimane una delle squadre più gradevoli da veder palleggiare senza meta. Quello che per il basket è il “garbage time”, infatti, per la squadra di Zidane è il momento di mettere in piedi il vero spettacolo.

I problemi irrisolti e la corsa all’Atlético

Tuttavia, la crescita tattica, tecnica, motivazionale (ma anche atletica) del Real nasconde qualche punto debole e qualche dubbio da risolvere. Innanzitutto, come dimostra il recente pareggio con l’Elche, i blancos devono ancora prenderci la mano con l’apertura di difese serrate. Il sottotitolo è che, a volte, il Cristiano Ronaldo che la butti dentro quando serve non è stato mai ritrovato, e sulle ali la squadra è rimasta scoperta.

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Rimane, infatti, nell’ombra Eden Hazard (quello che di Ronaldo doveva essere il sostituto), che fra prestazioni insufficienti e continui infortuni non ha mai giustificato il suo acquisto da 115 milioni di due estati fa. Riabilitarlo è uno dei grandi compiti che dovrà affrontare Zidane in questa stagione.

L’altro sarà tenere il passo dell’Atlético Madrid. Sembra un ormai irreversibile che la Liga si deciderà nella capitale, e i colchoneros stanno mantenendo un ritmo notevole grazie al loro gioco rinnovato. Oggi il Real è primo e con uno scontro diretto in banca, ma al Cholo mancano tre partite che potrebbero proiettarlo a +8. Insomma, per adesso al Real Madrid basta il primato di “squadra del momento”, ma è un gran divertimento cercare di scoprire chi, in Spagna, settimana dopo settimana, si guadagnerà il titolo di “squadra della stagione”.

Di Antonio Cefalù