Real Madrid, 100 volte Zidane: l’uomo dei record già con la bacheca piena
In Italia c’è Insigne che fa 100 gol in carriera, in Spagna, Zinedine Zidane che festeggia lo stesso numero di presenze sulla panchina del Real Madrid. Come? Con il suo marchio di fabbrica: la vittoria. Ieri, l’ennesimo successo. Da Galactico, proprio come lui. 2 a 1 con le firme di Benzema e Cristiano Ronaldo e Getafe schiantato. L’ennesima vittima lontana da Bernabeu e numeri sempre più da record. Ora sono 13 le vittorie consecutive fuori casa, nella storia della Liga nessuno ha fatto meglio. Nemmeno il Barça di Guardiola che, tra il primo maggio del 2010 e il 29 gennaio del 2011 si fermava a 12. Applausi e storia scritta di nuovo. Come dall’aprile 2016 al gennaio 2017, con il Real Madrid che, guarda caso sotto la guida del francese, stabiliva il nuovo record spagnolo di gare consecutive senza sconfitte: 40.
E di tempo dall’esordio in quel 9 gennaio del 2016, vinto per 5-0 contro il Deportivo La Coruna, non è passato nemmeno troppo. 19 mesi entusiasmanti, con 75 vittorie, 17 pareggi e appena 8 sconfitte. Nella storia degli allenatori dei Blancos con almeno 100 presenze in panchina, nessuno ha perso meno volte. Perché se è vero che i numeri non sempre danno la misura di un professionista, spesso aiutano a capirne il valore. Così come la bacheca dei trofei, già piena. Due Supercoppe europee, una Liga, un Mondiale per club, una Supercoppa di Spagna e due Champions League vinte in due anni. Ah già, anche in questo da numero uno: l’unico a riuscirci nella storia della competizione. Sette titoli alzati in poco più di un anno e mezzo, uno ogni tre mesi, uno ogni 13 partite ufficiali. Come Guardiola, Ancelotti, Mourinho e Klopp messi insieme negli ultimi 19 mesi. Nella storia del Real ha già eguagliato Del Bosque, terzo per Coppe portate a casa. Nel mirino ora, ci sono Molowny e Miguel Munoz. Nessuna fretta, però. Il tempo è dalla sua. Florentino Perez lo ha già blindato, fino al 2021 non si muove da Madrid. “Sì, sono molto felice. Ma questo non significa nulla. Posso firmare per dieci anni o venti, ma sono dove sono. Qui si vive giorno per giorno”, dichiarava subito dopo aver messo nero su bianco l’accordo. Nessun’ansia per il futuro, vietato cullarsi sul passato. Sguardo solo al presente. Oggi sono 100, domani chissà. Con l’unica costante che è il suo marchio di fabbrica: la vittoria.