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Pasticcere, calciatore, dg del Padova. Zamuner: “Credo al primo posto!”. Con una difesa da record

In ordine: Venezia, Parma, Padova. Tutte nello stesso girone. “Probabilmente il più difficile” ha affermato Brevi, l’allenatore dei veneti terzi in classifica a meno uno dal secondo posto e distanti otto lunghezze dalla squadra di Tacopina, Perinetti e Inzaghi. Che poi ha aggiunto: “Ci sono squadre in Serie A come Roma e Napoli che si trovano sempre dietro nonostante stiano facendo un ottimo campionato”. Paragone calzante. Anche se il percorso del Padova non sarebbe nemmeno ottimo, bensì da promozione, anche grazie a una difesa super – Bindi, Emerson, Cappelletti, Sbraga e Russo, il miglior difensore goleador tra i 438 di categoria con 7 reti – che detiene il record di meno battuta in questo girone di ritorno di Lega Pro: 3 gol subiti in 10 incontri. Ma per la lode finale forse non basterà. Anche se al primo posto qualcuno ci crede ancora dalle parti dell’Euganeo. “Certo che ci credo. Bisogna essere perfetti, è vero. Ma dobbiamo farci trovare pronti: abbiamo anche lo scontro diretto in casa da poter sfruttare a nostro vantaggio”. Parola di Giorgio Zamunèr, dg del Padova. E mi raccomando, accento sull’ultima e. “Da buon veneto”. Di San Donà. Anche se “la mia famiglia vive a Ferrara. Mia moglie è di Ferrara. A Ferrara vanno a scuola i miei figli! Ci torno una volta alla settimana, faccio spesso avanti-indietro”. Cuor di papà in Emilia, testa nel pallone biancoscudato, da poco meno di un anno dopo l’esperienza di Pordenone. “Stiamo facendo un campionato importante e lo dicono i numeri. Nonostante le nostre risorse siano nettamente inferiori rispetto a chi ci precede. L’andamento è eccellente”. Corsa a tre quindi, con il secondo posto che ‘sarebbe comunque un traguardo da centrare perché ci permetterebbe di saltare la prima parte di playoff’.

Chi tifa Padova si fa sentire eccome e non gli fa mai mancare il suo supporto. “Adesso ci fanno i complimenti, ripetono di ‘crederci’. Sarà difficile m noi ci proveremo, anche e soprattutto per loro. Abbiamo superato la fase di scetticismo iniziale ormai…”. Quando la squadra non divertiva e non faceva innamorare la piazza, anche per colpa di un gioco poco convincente. Il colpevole? “Oscar Brevi” ribadivano un po’ tutti. L’allenatore scelto personalmente proprio da Zamuner e che Zamuner ha difeso fino all’ultimo, fino a quando il suo esonero sembrava semplicemente una formalità. “La settimana di Padova-Reggiana – più di un girone fa – non fu per niente facile. Credo di non aver quasi mai dormito! Pensavo, pensavo e ripensavo. Ma alla fine abbiamo avuto ragione”. Ha avuto ragione Zamuner. “Io l’unico a credere in Brevi? In quel momento forse si. Penso si possa dire tranquillamente. Ma non è che fossi pazzo, vedevo solo come stava lavorando la squadra”. Il dopo Padova-Reggiana è stata un’altra storia, escalation di punti, empatia e credibilità.

Zamunèr. Che è stato calciatore, centrocampista di buon livello. Che avrebbe potuto fare il pasticcere. “Quando ero giovane aiutavo i miei genitori che avevano una pasticceria. Se non avessi sfondato nel calcio avrei fatto quel mestiere lì, sicuro. Mi piaceva, mi divertiva. Lo avrei fatto volentieri anche se… meglio il pallone”. Ora dg ma che diventerà presto ds. “Al prossimo bando frequenterò il corso a Coverciano. Poi vedremo con la società come riorganizzarci. Al di là di questo aspetto formale, il come siamo strutturati in questo momento va benissimo: ogni domenica controlliamo giocatori, guardiamo partite, seguiamo giocatori. Da me a Tognon a altri collaboratori, sempre a disposizione”. A proposito di mercato. “A gennaio è mancata la ciliegina? No. Abbiamo fatto acquisti mirati e credevamo in giovani interessanti come Fantacci che poi si sono infortunati. Calil? Mi piaceva certo, ma perché è oggettivamente forte”. Come è oggettivamente devastante l’impatto emotivo che regalava il vecchio stadio del Padova: l’Appiani. “Ricordo quando ci andai la prima volta con mio papà… che casino! Il muro di gente non lo dimenticherò mai. Ci avrei anche potuto giocare in quello stadio, da avversario. Ma l’allora mio allenatore del Modena mi spedì in tribuna…”. Giorgio non la prese benissimo. “Ecco, diciamo così!”. E all’orizzonte, nel futuro più immediato, ecco un Modena-Padova. Al Braglia. Nella sua Emilia. Per una partita speciale da non sbagliare perché “al primo posto ci credo ancora”. Parola di Giorgio Zamunèr. E ricordate l’accento veneto.