“Dedicato ai giovani”, la lettera di Davide Nicola
Una lettera scritta di proprio pugno. Dedicata ai giovani e firmata: Davide Nicola.
Carta e penna per trasformare in parole una convinzione e quella visione di fallimento che non è nient'altro che un tentativo da elogiare come l'azione più nobile da poter compiere sulla strada verso un obiettivo, non qualcosa da cui farsi schiacciare.
Ed è con questo spirito che Nicola è andato avanti per gli ultimi 7 mesi alla guida del Genoa, squadra con cui adesso si gode la salvezza e la permanenza in Serie A. Una storia a lieto fine, che si è chiusa con le immagini di festa dentro Marassi, seppur senza tifosi; con Nicola sotto la Nord a festeggiare con una maglia (fatta da lui) con sopra stampata una foto, regalatagli dai tifosi, di lui giocatore del Genoa con sulle spalle il figlio piccolo Alessandro, che è venuto a mancare nel 2014 in un incidente.
Tanti significati in un traguardo raggiunto all'ultima giornata. E una irrefrenabile voglia di potersi rivolgere ai giovani, affinché da questo possano trarre il meglio. Ecco perché la lettera di Nicola è dedicata a loro.
Mancano due minuti alla mezzanotte del 1 di agosto… il che significa che tra due minuti scatterà il 2 agosto!
Ultima giornata di campionato, tutto in un solo giorno, tutto il lavoro di questi interminabili 7 mesi.
Speranze, timori, emozioni passate convergono in questo ultimo giorno di campionato , dove tutto è ancora in ballo.
Dentro o fuori? Tutto o niente? Si è così e però a pensarci bene …non è neanche così … nel senso che pur essendo giudicati dai risultati che potrebbero arrivare oppure no, c’è di mezzo un lavoro prezioso, minuzioso, efficace che però perderebbe di valore ed interesse se non si completasse l’opera.
Che tristezza a pensarci bene, è il classico messaggio che passa la nostra società e la nostra cultura ai più giovani.
Tutto ciò fa perdere fiducia al giovane che si appresta a costruire la sua lunga strada ossia trovare il suo posto nella vita.
Se perdo non valgo niente, se vinco sono il più forte, il più bravo, il più bello.
Non c’è da meravigliarsi che gran parte di essi poi facciamo fatica a prendersi delle responsabilità… o ad affermare se stessi o a piacersi o a definirsi ed immaginarsi uomini di successo.
In realtà bisognerebbe oggettivamente analizzare che il giovane può diventare un vincente se si considera la sua esperienza come processo migliorativo, inevitabile per costruire la sua identità e per conoscersi come potenzialità.
indipendentemente dal successo ottenuto in una data situazione.
Galimberti però dice che l’identità è data dagli altri… forse è il motivo per cui molti giovani non sono capaci di riconoscersi in questa società, rimanendone delusi.
La paura del fallimento porta a rifiutare l’azione che ti porta al successo e come ben si sa prima del successo ci sono una lunga lista di fallimenti.
Come possiamo migliorare questo freno per l’essere umano?
Semplicemente rischiando di fallire cambiando la visione del fallimento in una visione orientata al tentativo di successo.
Elogiando il tentativo come l’azione più nobile … molto più nobile del successo in se.
Oggi non mi sento più capace se vinco
Non mi sento più incapace se perdo, sono consapevole di vincere o di perdere ma sono più consapevole del percorso fatto per inseguire una meta ed è questo che fa di me un vincente
Dedicato ai giovani
(Credit foto #1: GENOA CFC)