“Per me la fascia è un onore ed un onere. Sono napoletano, il primo tifoso, ma sarà un piacere indossarla”. Non era di certo la prima volta a Zurigo, quella fascia sul braccio destro gli era finita già più volte negli ultimi anni da primo designato dopo Marek Hamsik, ma con l’addio ufficiale dello slovacco arrivato proprio nelle ore che hanno preceduto il match di Europa League, di sicuro aveva un sapore particolare. Il Napoli e i napoletani non hanno avuto troppi dubbi: senza Marek, il capitano è Insigne. Napoletano, prodotto del vivaio, nato e cresciuto con l’azzurro vivo addosso. E dentro. A Zurigo Lorenzo parte ancora titolare, Mertens non c’è ed è lui a giocare accanto ad Arek Milik. Per Ancelotti è un leader in campo, per i compagni un faro: si abbassa sulla linea dei centrocampisti e fa da regista arretrato quando non può scattare tra le linee della squadra di casa, prova a lanciare i compagni per sorprendere gli svizzeri chiusi in difesa. Gli serve poco, però, per sbloccarsi alla prima da capitano vero: passano undici minuti e il portiere Brecher decide di dare una mano agli avversari regalando di fatto a Milik un pallone d’oro. Il polacco si gira e incarta per Insigne un cioccolatino solo da depositare in rete.
Esultanza con cuore nel giorno di San Valentino per quella Jenny di cui si è chiacchierato tanto negli ultimi giorni. Lo scherzo tv andato in onda qualche giorno fa ha fatto il giro d’Italia e Insigne non ci è rimasto proprio benissimo. Ha provato a nascondersi dietro le barricate di un Napoli impegnato in campo, concentrandosi sul lavoro da fare, sui propri obiettivi e sui nuovi gradi di leader che dovrà vestire dopo la partenza di Hamsik. Da quando lui ha messo piede nel Napoli per la prima volta, Marek c’era sempre stato, ma il napoletano non sembra avere alcun problema a rilevarne il ruolo nello spogliatoio e in campo. Il “suo” Napoli, nel frattempo, segna e vince: il raddoppio è di Callejon, il terzo sigillo arriva da Zielinski nella ripresa. Solo un rigore nel finale rianima lo Zurigo, ma il 3-1 in Svizzera sembra chiudere in pratica la questione passaggio agli ottavi del torneo e rende ritorno al San Paolo tra una settimana una formalità per la squadra di Ancelotti. “Siamo stanchi di partecipare, vorremmo vincere qualcosa perché questo gruppo se lo merita dopo tanti anni di lavoro”, aveva detto ieri in conferenza Insigne. Con lui gli occhi della tigre. E ora anche quella fascia da capitano che non vuole più lasciare.
Gennaro Arpaia