Zorja, Sivakov: "Italia? A Cagliari avevo davanti Nainggolan e Conti:...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 05/12/2016 -

Zorja, Sivakov: "Italia? A Cagliari avevo davanti Nainggolan e Conti: troppo forti. Ora sono pronto: tornerei a piedi"

profile picture
profile picture

"Italia? Tornerei a piedi dall'Ucraina. E stavolta non fallirei". C'è chi disprezza la nostra serie A e se ne va sbattendo la porta che gentilmente gli era stata aperta. E c'è chi invece come Mikhail Sivakov ancora piange quando ripensa al campionato italiano e agli anni trascorsi a Cagliari. Che fine ha fatto? Talento precoce, a 19 anni "Misha" già giocava in Champions League e non tremava al cospetto del Bernabeu. In tanto lo volevano, il Cagliari fu il più deciso. Adesso Mikhail gioca nel Zorja Luhans'k, squadra attualmente terza nel campionato ucraino e avversaria del Manchester United, del Fenerbahce e del Feyenoord nel girone A di Europa League. Scelta sbagliata quella di venire in Italia così giovane?

"Non rimpiango nulla" - dichiara Sivakov ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com -"La serie A è un campionato top a livello mondiale ed era il mio grande sogno. Quando si fece avanti il Cagliari non ci pensai due volte. C'erano anche il Torino e alcune squadre di Bundesliga fortemente interessate a me, ma volevano aspettare la scadenza del contratto. Il Cagliari allora pagò il cartellino e mi prese a gennaio, bruciando la concorrenza. Il primo anno è stata molto dura perché non conoscevo la lingua ed ero molto giovane, non riuscivo a comunicare neanche per le cose fondamentali, figuriamoci per richieste tecniche e tattiche di Allegri. Certo, se dovessi ricominciare tutto ora che capisco bene la lingua molte cose andrebbero diversamente".

Ad accogliere lo "Zar" fu proprio il "Conte Max": "Ho avuto immediatamente un ottimo rapporto con lui, mi ha dato tanti consigli. Nonostante le difficoltà riuscivamo a capirci bene. Mi bastarono pochi allenamenti e poche partite per capire che si trattava di un grande allenatore e che presto sarebbe arrivato in un top club. Aveva ottime idee e le condivisi da subito. E in effetti dopo neanche un anno andò ad allenare il Milan". Chi ti faceva da "guida"? "Quando arrivai mi aiutò molto Federico Marchetti, bravissimo. Mantenemmo il legame anche quando andò alla Lazio, l'ultima volta che l'ho sentito giocavo in Belgio. Adesso ho un buon rapporto con Radja Nainggolan, ci sentiamo spesso. Sono molto contento per quello che sta facendo nella Roma e in Nazionale".

Come mai non hai sfondato? "E' una domanda alla quale ancora non ho trovato risposta. Ho sempre dato il cento per cento negli allenamenti, ho cercato di rigare dritto e fare quello che diceva l'allenatore. Ma quando arrivava il momento di scegliere la formazione non ero mai tra i titolari. Sarò onesto, in quel periodo avevo davanti compagni più forti e più in forma come Daniele Conti e Radja Nainggolan. Biondini e Lazzari, poi, erano al top della loro carriera". Nostalgia dell'Italia? "Sì. Mi sono innamorato dell'Italia e quando ci penso mi sento triste. Non c'era una cosa che non mi piacesse, dalle persone, alla cucina, al clima. Voi pensate che ora in Italia fa freddo perché è inverno. Allora non siete mai stati in Bielorussia, Ucraina e Polonia: qui sì che c'è veramente freddo. Poi mi manca il calcio italiano e il calore delle sue tifoserie. Tutti gli anni quando sono in ferie vado a Cagliari che mi è rimasta nel cuore".

I compagni più forti? Tre, e uno gioca ancora in A: "Il Cagliari di Allegri era una squadra fortissima, a centrocampo aveva due mostri come Nainggolan e Conti. Loro sono due dei giocatori più forti in assoluto con il quale ho giocato. Daniele era il capitano ma anche leader tecnico e da lui ho imparato tanto. Poi è una persona stupenda. Per Radja la carriera che ha fatto basta a far capire di chi parliamo. Tecnica, forza fisica e personalità, anche nella Roma sta dimostrando di essere un top-player assoluto.Il terzo è Aleksander Hleb, il migliore di tutti i tempi in Bielorussia. Da più di 10 anni è lui la nostra stella e anche ultimamente è in ottima forma". E l'avversario più forte, invece? "Diversi. Ma il più forte non l'ho affrontato in Champions, ma in Europa League. Quest'anno sto giocando come difensore centrale e ho avuto l'ingrato compito di marcare Zlatan Ibrahimovic e per me lui è il più forte di tutti. Ha una forza fisica devastante e uno stacco di testa unico. Se poi a questo unisci una tecnica sublime puoi capire che non è stata una serata facile per me. Però me la sono cavata abbastanza bene...".

Ricordi l'esordio in Champions? "Battesimo di fuoco, esordio contro il Real Madrid. Grande emozione ma anche consapevolezza che stavo affrontando un club che ha fatto la storia del calcio. Giusto il tempo della musichetta e di schierarci. Una volta che l'arbitro fischia l'adrenalina ti fa passare l'emozione. Eravamo un po' tutti curiosi di capire quale fosse il nostro livello perché eravamo abituati a quello del campionato Bielorusso". Futuro? "Mi sono laureato, perché nel mondo del calcio non sai mai cosa potrebbe succedere. Certo, mi piacerebbe rimanere in questo ambiente. Però adesso ho 28 anni, lasciami godere almeno altri 10 anni di campo! Tornare in Italia? Verrei a piedi dall'Ucraina. Sto disputando una buona stagione con la squadra, siamo terzi e abbiamo fatto buone prestazioni in Europa League: sono in forma. Ho chiesto al mio procuratore di cercarmi squadra in Italia e sono disponibile a trattare qualsiasi soluzione. Adesso sono pronto, maturo, conosco la lingua. Datemi la possibilità di fare quello che non sono riuscito a fare la prima volta, non ve ne pentirete".



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!