Al classico suono della campanella, i signori in questione preferiscono quello del fischietto. Niente cattedra né appello, ma bacchetta in mano e gessetto pronto a tracciare ‘esercizi’ sulla lavagna. Che poi oggi tutto questo avvenga attraverso iPad, Pc, etc è solo merito del progresso della tecnologia. Come? Anche a scuola ormai non si può più fare a meno di LIM, registri digitali, tablet ed il dialogo con le famiglie degli alunni avviene tramite mail? Si sì proprio così… somiglianze che non possono mica essere casuali. Capito di chi stiamo parlando? Dai sì, dei nostri tanto amati insegnanti… ops, allenatori. Nella Giornata Nazionale degli Insegnanti (World Teachers’Day), noi abbiamo provato ad immaginare i 20 allenatoti della nostra Serie A alle prese con compiti, interrogazioni e scrutini finali! Grembiuli indossati? Si parte…
Chi proprio non proverebbe emozioni particolari nel ritrovarsi dietro ad una cattedra sarebbe Max Allegri (Juventus): battuta pronta e nessuna tensione pre-interrogazione da trasmettere agli alunni, sorriso sempre stampato sul volto ma niente voti alti durante la stagione. L’insegnante in questione è davvero molto, molto esigente; a fine anno però le soddisfazioni difficilmente tarderanno ad arrivare. Maurizio Sarri (Napoli), invece, sarebbe un maestro che non si accontenterebbe di ottenere ‘solo’ il massimo del profitto dai suoi studenti: grafia perfetta, niente ‘orecchie’ nei quaderni, condotta modello. I risultati, d’altronde, arrivano solo attraverso la cura maniacale dei dettagli.
Luciano Spalletti (Roma) sarebbe un insegnante pronto a mettere al servizio dei suoi alunni anche le esperienze maturate nelle scuole estere: tanti compiti a casa ed interrogazioni basate sullo scambio continuo di opinioni. E se c’è da ‘affrontare’ il capoclasse, nessun problema… Altro modello educativo quello proposto da Donadoni (Bologna), frutto dell’esperienza maturata da studente prima (nella migliore scuola dell’epoca) e da Rettore dell’Università Italia poi. Metodi rigidi e all’antica quelli del Professor Mihajlovic (Torino), uno che non ha mai avuto timore a scontrarsi con il Preside di turno, figuriamoci a mettere in castigo dietro la lavagna uno studente negligente. Impegno totale, l’unico modo per evitare la bocciatura.
Didattica innovativa quella proposta invece da Paulo Sousa (Fiorentina), Montella (Milan), de Boer (Inter) e De Zerbi (Palermo): professori giovani che fanno della proprietà di palleggio… scusate linguaggio, il punto cardine dei loro curricula. Sarà per carattere e modo di fare, ma siamo certi che Gasperini (Atalanta), Inzaghi (Lazio), Juric (Genoa), Giampaolo (Sampdoria), Oddo (Crotone), Rastelli (Cagliari) alle classica lezione frontale preferirebbero un approccio più cooperativo: bacchetta in mano proprio in mezzo agli studenti, guai però a farsi beccare mentre si copia.
Chiamato a sostituire una cattedra lasciata libera, invece, Delneri (Udinese): vecchio approccio educativo da rispolverare, metodo che in passato ha dato eccome risultati. Chi, invece, non ha ancora trovato la giusta metodologia per approcciarsi con i componenti della sua classe è Nicola (Crotone), ma l’esperienza del Professore in questione lascia ben sperare. Fresco di abilitazione europea invece Di Francesco (Sassuolo), riconoscimento invidiato eccome. Percorso disciplinare intrapreso anche da Maran (Chievo); chi invece dopo anni di Tutor è diventato titolare di cattedra è Martusciello (Empoli). Insegnanti d’élite nella grande Accademia degli allenatori d'Italia: promossi, bocciati e rimandati. E in attesa degli scrutini di maggio, tutti a lezione dagli allenatori della Serie A. Il World Teachers’ Day è anche il loro giorno.
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