L’arrivo da giovanissimo al Lecce, i cinque anni alla Roma e poi i tre alla Juve, questi ultimi conditi da altrettanti scudetti. La carriera di Mirko Vucinic non è certo di quelle banali. E l’attaccante montenegrino ne ha parlato oggi ai microfoni di Sky Sport. A cominciare dalla sua avventura in bianconero: “La Juve era una macchina da guerra. Chiunque ci affrontasse, aveva paura di noi. E il merito era di Conte. La gara decisiva per il primo scudetto è stata quella contro il Milan, da lì abbiamo creduto nei nostri mezzi. Alla Juve oggi consiglio Mbappé, va al triplo degli altri”.
“QUANDO STAVO PER ANDARE ALL’INTER…”
Vucinic ha anche parlato del suo passaggio sfumato all’Inter, con Guarin che sarebbe dovuto finire alla Juve: “Mancò la firma, ma sono felice per com’è andata alla fine. Dopo sono andato ad Abu Dhabi e mi sono trovato bene”. Con una parentesi sulle due bandiere che ha incontrato nel proprio cammino: “Del Piero e Totti sono il calcio, poesia, fenomeni pazzeschi. Leader in campo e fuori. Toccano la palla diversamente, un giorno racconterò ai miei figli di aver giocato con loro”.
“DOPO LA DOPPIETTA NEL DERBY MI SONO UBRIACATO”
E quel campionato sfiorato con la Roma nella stagione 2009/2010, dove Vucinic segnò la doppietta della rimonta nel derby: “In quell’annata mi girava tutto bene. Contro la Lazio non pensavo di vincere, poi Ranieri ha tolto Totti e De Rossi al primo tempo. Una mossa matta, ma alla fine ha avuto ragione. Dopo la vittoria abbiamo festeggiato, e diciamo che quando sono tornato a casa non ero molto sobrio… Lo scudetto però è una ferita ancora aperta, mi dispiace per i tifosi. Contro la Sampdoria non so cosa sia successo, hanno fatto due tiri e due gol”.
“VOGLIO FARE L’ALLENATORE”
“La lite con Perrotta? Abbiamo discusso negli spogliatoi ma dopo ci siamo chiariti. Non gli avevo passato la palla e mi aveva rimproverato. Io gli avevo risposto, ma dovevo starmi zitto perché lui aveva più esperienza di me ed era un leader” ha concluso Vucinic, con una chiosa sul futuro: “Sto prendendo il patentino da allenatore. Mi piacerebbe tornare in una delle squadre in cui sono stato, soprattutto al Lecce, che è la squadra che porto maggiormente nel cuore”.