"E pensare che Adel sembrava finito...". Quando ne parla gli si illuminano gli occhi, la sensazione di una scommessa vinta non ha prezzo. La rinascita di un talento perduto, sembra il titolo di un romanzo perfetto; è la storia di Adel Taarabt, da fenomeno a disperso fino alla vetrina ritrovata. "Credetemi, è un altro... non l'ho mai visto così", ci racconta Ludovic Fattizzo. Procuratore a livello internazionale a cui non piacciono troppo i riflettori, tra intermediazioni (vedi Ighalo in Cina) e tante operazioni, ma non un semplice agente per Taarabt. Si chiamano "fratello", uno con l'altro. Nella maniera più spontanea che si possa immaginare, perché chi l'avrebbe mai detto ma... Adel è cambiato totalmente. E al Genoa se ne stanno accorgendo tutti.
La sua storia è nota da tempo. Qualità allo stato purissimo, ma anche una vita sregolata e una forma fisica mai perfetta per tanti, troppi anni. "Ricordo quando ho preso Taarabt, era al Benfica B: un giocatore praticamente finito, lo dicevano tutti ed è facile capire perché. Si allenava in albergo, era un calciatore... in una stanza. Fatto fuori dal suo club, senza entusiasmo, con un talento immenso rinchiuso in un hotel", Fattizzo ricorda passo dopo passo il percorso di Adel. "Non riuscivo a capacitarmene, davvero. Un giocatore come Taarabt disperso fuori rosa è qualcosa di inaccettabile: glielo ripetevo giorno e notte, bisognava dare di più. Bisognava svoltare. Adel lo doveva al suo talento".
Insomma, Taarabt è nel tunnel. Quello del QPR e del Milan sembra un ricordo lontanissimo: "Adel ha addirittura pensato di smettere, c'era questa idea di lasciare il calcio. Naturale, dopo 18 mesi di inattività...". La nuova vita di Taarabt nasce da un aereo per Genova, l'intuizione di portarlo nella piazza giusta a gennaio scorso nonostante un'offerta ricevuta anche dal Bologna: "Il Genoa, Marassi, quella realtà ci sembrava perfetta. Eppure non sono stati mesi facili per Taarabt, il calcio italiano è il più difficile al mondo: preparazione tattica, allenatori esigenti, in più la squadra non viveva una situazione facile - spiega Fattizzo -. Ma qualcosa stava cambiando, ho capito che sarebbe stata solo questione di tempo". La scorsa stagione per il marocchino non finisce bene: altalenante, mai convincente, addirittura escluso durante la preparazione a quest'annata con Ivan Juric in panchina.
Qualcosa però cambia nella testa di Adel: "Abbiamo fatto un patto: adesso basta, è l'ora di svoltare. Taarabt ha una fortuna immensa che sta nella propria famiglia: gli sono stati vicino sempre, per il suo bene, passo dopo passo. E così è nata la svolta: allenamenti a ritmi altissimi, lavoro senza sosta, spirito di sacrificio, massima umiltà. In estate abbiamo iniziato a vedere un nuovo Taarabt", l'orgoglio di Fattizzo nell'esser stato accanto al suo uomo nel momento più delicato. E vederlo decollare, come a Cagliari. La scintilla con Juric è nata proprio alla fine di giugno, quando Taarabt sembrava destinato all'oblio: "C'è stata una riunione con l'allenatore e lì Taarabt gli ha chiesto fiducia: 'Non sbaglio più o... mi butto sotto una macchina! Davvero, sarò un altro'. Detto, fatto. Non ho mai visto Adel lavorare così, è un professionista perfetto - racconta il suo agente -. Lavora continuamente, si ferma un'ora in più dopo l'allenamento, alimentazione impeccabile. Ha persino un cuoco a casa per non sbagliare neanche su un minimo dettaglio (sorride, ndr)".
Juric accetta la sfida, il resto lo sta dicendo il campo: fisicamente è un nuovo Taarabt, tecnicamente geniale come sempre. "Dobbiamo dire grazie al Genoa, gli hanno aperto le porte dopo mesi di inattività e adesso siamo tutti felici. Ma la strada è ancora lunghissima: Adel è tornato in nazionale, uno con la sua classe se lavora così può arrivare dove vuole". E il sogno per il Taarabt 2.0? "Regalargli la Champions League, merita di giocarla di nuovo. Devo e voglio accontentarlo: sarebbe la ciliegina sulla torta, ma deve sudarsela dando l'anima per il Genoa, come sta facendo. Lo deve a questo club, senza mai mollare un centimetro. Sacrificio, umiltà e lavoro". Parla un agente felice per quell'Adel diventato fratello, prima che scommessa vinta. E con un posto già prenotato a San Siro. C'è il Milan, mica una squadra qualsiasi per Taarabt: "Adel ama i colori rossoneri, il Milan è nel suo cuore: fidatevi, farà bene. E spero di riportarlo presto in un top club europeo...", sorride fiducioso Ludovic Fattizzo. Da una camera d'albergo alla Champions, per Taarabt nulla è impossibile. L'altra pagina di un romanzo perfetto.