“Non sono io il protagonista del momento, non scherziamo. Piuttosto lo è lo Spezia nel suo insieme. Tutti ci davano per spacciati, mentre ora i nostri risultati destano stupore”. Parola di Vincenzo Italiano, che al primo anno di Serie A con i bianconeri sta svolgendo un lavoro molto importante.
Ventiquattro punti in classifica che valgono la tredicesima posizione, la vittoria contro il Milan nell'ultimo turno e diverse squadre ben più esperte nella categoria che si trovano alle spalle dei liguri. Ma il grande lavoro svolto dall’ex calciatore del Chievo non è passato inosservato a diversi club, che già hanno palesato interesse nei suoi confronti.
“Non ho ancora un procuratore – risponde imbarazzato Italiano. Sinceramente non sono ancora stato contattato da nessuno, ma non nego che gli attestati di stima siano piacevoli e non nascondo che questo lavoro lo si fa anche per ambizione personale. Ma prima di tutto in questo momento viene la salvezza dello Spezia”.
L’allenatore bianconero è partito dal basso, nelle serie minori, per poi conquistarsi tanto la Serie B quanto la Serie A sul campo. “La difficoltà è la stessa in ogni categoria: creare empatia con i calciatori e convincerli che le proprie idee sono funzionali al gruppo e alle caratteristiche dei giocatori. Sono rimasto colpito da diverse squadre: il Milan di Sacchi, il Barcellona di Guardiola, il Napoli di Sarri, la Juve di Conte, le squadre di Zeman… tutte squadre forti ma caratterizzate dalle idee dell’allenatore”.
E le idee di Vincenzo Italiano hanno reso il gruppo dello Spezia molto coeso, tanto in campo quanto fuori. “Tutti sanno che dal proprio lavoro dipende un pezzo del successo”. In chiusura, invece, una promessa in caso di salvezza. “Andrò a piedi da La Spezia a Portovenere. Sono 20km, ma mi piace pensare a una processione pazzesca con migliaia di persone”, chiude Italiano.
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