Poteva tranquillamente andare in scadenza di contratto a giugno e a febbraio firmare con il Bologna, prendendosi tutto. Emanuel Vignato di anni non ne ha nemmeno venti, eppure ha fatto una scelta d'altri tempi. Prima la riconoscenza poi i soldi; un pensiero che non tutti hanno nel calcio del 2020 che rende Vignato un esempio di maturità, in campo e fuori.
Già forse lo aveva notato Francesco Totti, quel faccino da bravo ragazzo che incontrò nel Maggio del 2017 al Bentegodi (QUI la loro storia). All'epoca non era neanche maggiorenne e, in una delle ultime partite della carriera, Totti vedendolo gli chiese: “Ma tu chi sei?” “Un ragazzo del Chievo, Vignato. Sono del 2000”. Incredulo Francesco sorridendo gli disse “Te ne puoi prendere dieci dei miei di anni?”.
A questo punto ci piace pensare che Vignato qualcosa da Totti abbia preso, sicuramente non i dieci anni, ma la gratitudine quella si. Pensate che ha deciso di essere formalmente trasferito al Bologna adesso in modo tale che il Chievo non rimanesse a bocca asciutta. La squadra che l'ha cresciuto e che la scorsa estate aveva fatto il sacrificio di rinunciare a maxiofferte, arrivate dal Bayern e da altri top club europei, meritava un degno riconoscimento.
Nelle casse dei gialloblu infatti andranno circa 2,2 milioni e il 15% sulla futura rivendita. Il trequartista diciannovenne resterà inoltre in prestito al Chievo fino a giugno, prestito che inizierà ufficialmente da lunedi quando verrà depositato il trasferimento. Una scelta strategica, oggi infatti non ci sarebbero stati i tempi tecnici per il passaggio e domani non sarebbe potuto scendere in campo contro il Perugia.
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In questo modo domani sarà a completa disposizione di Marcolini, e, grazie al prestito, lo sarà fino alla fine della stagione. Una storia forse controcorrente, quella di chi non ha ceduto alla prima opportunità di un maggiore guadagno, quella di un ragazzo che non ha dimenticato il passato.
A cura di Alessio De Giuseppe