Un destino già scritto: ben prima di saltare ostacoli, prodursi in allunghi, partecipare al torello di gruppo insieme al resto della squadra. Una nuova, vecchia vita davanti, senza quel simbolo di leadership legato al braccio, che per più di 3 anni ne ha accompagnato tante sfide vissute con la maglia dell’Inter.
La rifinitura pre Rapid Vienna di Mauro Icardi, osservata almeno in parte e da due passi, funge da risposta visiva a ciò che poco dopo, a fine allenamento, sarebbe stato reso noto dalla società: fascia tolta, in accordo tra allenatore, staff e dirigenza, e nomina di Samir Handanovic a nuovo capitano nerazzurro.
Decisione stabilita e comunicata privatamente pre seduta: testa bassa, massima concentrazione e timido sorriso abbozzato ai compagni, accompagnato da piccoli applausi, preludio di ciò che avrebbe deciso poco dopo. Scegliere di non rispondere alla convocazione per la partita di domani, come svelato successivamente da Spalletti, e vivere da lontano l’impegno dei suoi, con Lautaro Martínez a prenderne il posto in attacco. Restando nel suo mondo familiare, almeno per 48 ore, per ripartire da capo e con un grado in meno sul braccio.
La questione rinnovo ancora irrisolta sullo sfondo: il non limitare le critiche mosse dalla moglie-agente Wanda a società, e squadra, finite per mettere in difficoltà lo spogliatoio. Momento considerato punto di non ritorno da un’Inter che da oggi, oltre 3 anni dopo l’ultima volta, vedrà un nuovo giocatore indossare la fascia da Capitano: ripartendo dalla porta, e da Handanovic, verso un futuro che per Mauro Icardi diventa grande punto di domanda. A partire dall’allenamento odierno, tra testa bassa e una convocazione rifiutata: conoscendo un destino già scritto, al contrario di un nuovo, inatteso capitolo dal quale dover completamente ripartire.