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Data: 10/02/2017 -

Verso il derby dell'Umbria, i ricordi di Nofri: "Ho realizzato il sogno di ogni perugino! E la maglia ritrovata vent'anni dopo..."

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Le gesta non si cancellano, si ricordano. Che, poi, forse è l’unico modo per sottrarle al tempo ondivago e predatore. Perché un ricordo è, in qualunque declinazione lo si voglia coniugare, emozione. E il calcio ti fa vivere di emozioni, le quali diventano ancor più uniche quando di mezzo c’è un derby. “Io poi sono perugino di nascita e prima di giocare nel Perugia andavo tutte le domeniche in Curva Nord. Ricordi incredibili...”. E si capisce da come ne parla Fabrizio Nofri, ex difensore biancorosso. Da ogni sua parola trasuda un amore autentico per Perugia, “città e squadra, la mia vita…”.

Un salto indietro nel tempo, al 21 dicembre di trentuno anni fa (così fa ancora più effetto…). Dopo quindici anni torna il derby dell’Umbria al Curi davanti a quasi ventimila persone (ah i numeri, se fanno la differenza!). “Nelle stagioni precedenti si era creato una sorta di derby anche con l’Arezzo, ma la sfida vera restava sempre quella con la Ternana! L'ho capito non appena siamo entrati in campo: da Terni erano venuti in cinquemila, durante il riscaldamento ce ne dicevano di tutti i colori. Avevo addosso una tensione incredibile, ero inquieto. Nel secondo tempo loro passano in vantaggio con un gol bellissimo di D’Amico, che poi io ero andato a spazzare la palla e tanto bene gli era finita sui piedi…”. Un racconto affascinante, una sorta di telecronaca che riesce a farti rivivere ogni singola emozione della partita. Sarà forse perché quando vivi una cosa in prima persona è tutto un altro discorso… Novantesimo minuto, mi arriva il pallone lo stoppo e senza pensarci calcio verso la porta…Gol! Intorno a me un boato incredibile, io non riuscivo a crederci, ero completamente eclissato dalla realtà”. Che, a volte, è all’altezza della fantasia. Poche eh, ma quando accade… Fino al 1 gennaio ’87 non riuscivo a pensare ad altro, uscivo per le vie di Perugia e la gente che mi saltava addosso e mi abbracciava, mi invitava da ogni parte. La notte non prendevo mai sonno, mi scorreva continuamente davanti l’immagine del gol”.

Ma le sorprese non finiscono mai… A distanza di vent’anni, nel 2005 mi sembra ho potuto accarezzare di nuovo la maglia numero 3 che indossavo quel 21 dicembre. Io a fine partita – racconta Nofri ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com l’avevo lanciata in Curva chiaramente. Addio, ma va bene così sarà senz’altro nelle mani di qualcuno che mi vuole bene…”. E, invece, ecco lo scherzo, o forse il regalo, del destino… “Più che altro di Stefano Perugini, un mio grande amico con il quale ho anche giocato insieme. Mi chiama a pochi giorni dal Natale e mi fa… ‘Fabrizio vediamoci che ho una cosa per te. E’ una sorpresa, non provare nemmeno a immaginartela che tanto non te lo aspetteresti mai…’. E mi porta questa maglia”. Con un po’ di sana fortuna, infatti, aveva ritrovato il tifoso che l’aveva presa, riuscendo di fatto a comprarla. Per la felicità – totalmente inaspettata – di Nofri“L’ho abbracciata, baciata e incorniciata”. Tutto in questo rigoroso ordine, ma – riprendendo la famosa locuzione di un altrettanto famoso film – happiness is only real when shared… “Quella maglia mi ha regalato una gioia troppo grande per tenerla tutta per me. Volevo condividerla con tutti i tifosi del Perugia e allora ho deciso di portarla al museo del Grifo. E’ giusto che tutti ne possano beneficiare”. L’amore, quando autentico, non conosce limiti. Egoismo e individualismo impallidiscono di fronte a siffatta forza…

Un sogno che si perpetua a distanza di più di trent’anni. E’ bello chiamarlo ancora così per dare una dimensione reale (in apparente ossimoro) di quello che tutto questo significa e significherà sempre per Nofri“Se vai in Curva Nord e chiedi a ogni ragazzo qual è il sogno della sua vita, tutti ti rispondono la stessa cosa: vincere contro la Ternana e segnargli un gol. Io ci sono riuscito e da perugino e tifoso del Perugia la mia gioia è e sarà sempre anche la loro. E’ stata la parentesi più bella della mia vita, quella che ogni volta prima di una partita tra Perugia e Ternana mi strappa allo stesso tempo brividi e sorriso. Ma poi anche per il fatto che non giocavamo un derby da quindici anni e non potevamo proprio perderlo quello”. Il gol e l’affetto della gente, il binomio perfetto per chi gioca o sogna di giocare… “Ancora oggi quando qualche tifoso viene nel mio ristorante a Perugia mi ringrazia. Sono soddisfazioni uniche”.

Dodici febbraio 2017, ci risiamo. Brividi, sorriso e…pronostico? “E’ difficile, perché un derby è imprevedibile, più di ogni altra partita. Direi Perugia perché la squadra di Bucchi viene da un momento decisamente migliore, ma dall’altra parte quando ci arrivi con le ossa rotte il derby è proprio l’occasione per rimetterle tutte apposto quindi credo che la Ternana farà la partita della vita. Da buon difensore, punto su Volta e Belmonte”. 1986-2017 in mezz’ora, è proprio questo il bello dei ricordi: il loro sfuggire ad ogni limite di temporalità o diacronia. Ma fra vent’anni ripensa(lo), magari con la barba più bianca…



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