All’epoca lo chiamavano “Robin”, perché era il secondo di Batman Taglialatela e un po’ somigliava al “socio” del noto super eroe. Ovviamente era designato a diventare il portiere del futuro del Napoli. Invece l’avventura azzurra di Nando Coppola non finì bene: salutò l’azzurro nel 2000, quando un clamoroso 1-5 contro il Bologna al San Paolo lo fide infelice protagonista con una serie di papere che lo condannarono, di fatto, a cambiare aria. Coppola, che non meritava di essere bruciato subito, fu preso - guardacaso - proprio dal Bologna. Il portierone di Soccavo (il padre faceva il fabbro proprio di fronte al vecchio centro dove si allenava il Napoli pre-fallimento) cominciò un lungo pellegrinaggio per l’Italia, toccando moltissime squadre: Ascoli, Reggina, Milan, Piacenza, Atalanta, e Torino solo per citarne alcune.
E la sua carambola è finita a Verona, dove la scorsa estate ha firmato un contratto annuale per fare il terzo portiere a 37 anni suonati. Dietro Rafael e Gollini, Coppola è diventato uomo spogliatoio e domenica sarà avversario al San Paolo. Ma l’avventura al Verona finirà il 30 giugno. Eppure Coppola non vuole smettere: a giugno il classe ‘78 compirà 38 anni, ma vuole giocare un altro anno. Il ruolo di “terzo” gli va bene, e se potesse chiudere la carriera nel Napoli sarebbe un sogno che si realizza. Un ritorno che non è irreale, anzi. Il Napoli col ds Cristiano Giuntoli sta pensando a lui per la prossima annata.
Forse qualche contatto preliminare c’è anche stato, ma il portierone di Soccavo dice di voler pensare solo al Verona e alla salvezza. Ma con Rafael Cabral che andrà via il Napoli ha bisogno di un nuovo “terzo”, e far tornare Coppola a casa dopo 16 anni sarebbe davvero una bella storia. Non è mai tardi per dimenticare gli ingenerosi fischi del San Paolo dopo quella gara col Bologna. Ma Coppola e Napoli hanno fatto pace ormai da tempo.