Ci sono delle storie che devono incontrarsi. Momenti che devono coincidere. Incroci che sembrano essere scritti nel destino. Situazioni in cui i protagonisti sono già stati designati, e non potrebbe essere diversamente. Come in quel minuto 55 di Modena-Venezia: cross di Candela, a svettare è Giorgio Altare. Gol del pareggio e inizio della rimonta. Perché le stagioni sono lunghe, è vero. Ma è altrettanto vero che nel corso di queste ci sono episodi che sono diversi. Diversi per il valore che assumono, per la situazione e il tempo in cui avvengono. È la rete del numero 15 potrebbe essere uno di questi. Svolta. Il Venezia arrivava dal pareggio contro il Brescia e, soprattutto, dalla sconfitta interna contro il Palermo. Il Venezia era sotto contro il Modena. Il Venezia ha ribaltato la partita. C’era bisogno di rialzarsi e, per carattere e storia personale, doveva essere Giorgio Altare a segnare (appunto) quella ripartenza.
Le pagine di Altare
Fisico imponente, carattere forte, quella di Giorgio Altare è una storia nella storia. Anzi, nelle storie. Tutte segnate da cadute, caparbietà e gavetta. Il settore giovanile ha i colori rossoneri del Milan. Anni condivisi con Cutrone, Pobega e Gabbia. L’avventura a Milano termina nell’estate del 2017. Nel mezzo una convocazione in A con Montella e 6 mesi in prestito alla Virtus Bergamo in Serie D.
Si rimane al nord, questa volta i colori sono il rosso e il blu del Genoa. Si chiude una pagina, se ne apre una nuova che ben presto assume i tratti del professionismo. Il difensore, infatti, passa in prestito alla FeralpiSalò in Serie C. Il destino, però, ha altri programmi. Nel settembre del 2018 c’è la rottura del crociato. 190 giorni fuori dal campo, una stagione saltata e l’inizio della successiva condizionata. La differenza la so trova nella volontà e nella voglia. La voglia di riscatto, di rivincita, si ripartire. Un aereo per raggiungere l’isola, si va a Olbia per riscriversi una nuova storia. Una storia che lo porta fino alla Serie A, restando sempre in terra sarda. Dal nord al sud, da Olbia a Cagliari. Una storia vista mare. Non male per chi, oltre al calcio, ha la passione per la pesca (e il tennis).
Aspettarsi
In estate la scelta di un altro capitolo. Giorgio Altare e Venezia si sono conosciuti, incontrati, piaciuti e aspettati. Decisiva per la chiusura dell’affare la volontà del ds Antonelli. Altare, infatti, era un obiettivo del club fin da giugno. Interesse che si è scontrato con le resistenze dei sardi (che prima trovare un sostituto all’altezza), terminate solo a fine agosto quando Altare ha raggiunto la laguna. Fin da subito certezza e colonna della difesa di Vanoli, il difensore ha confermato la bontà della decisione con cui il Venezia lo ha voluto. Anche perché c’è un credito da riscuote nei confronti del destino. E, forse, ha iniziato a farlo da quel minuto 55 a Modena. Perché a dare il via alla rimonta del Venezia non poteva essere che lui, esperto nella forza del ripartire. Era… destino.
Anche se quella del calcio non era l’unica strada. Ok classe ‘98, infatti, sarebbe potuto diventare anche un pasticcere. Studi e corsi durante le giovanili per costruirsi un’alternativa. Insomma, un’attenzione per… le preventive. E da difensore, Giorgio lo sa bene.
Arrivi e ritorni: i gol del mercato
Una vittoria nel segno del mercato. Detto di Giorgio Altare, le reti che hanno completato la rimonta portano i nomi di Gytkjaer e Bjarkason. Quello tra il danese e il ds Antonelli un sodalizio iniziato a Monza e proseguito ora a Venezia. “Averlo portato qui è un punto di partenza per costruire una mentalità vincente”. Qualità e caratteristiche che hanno trovato chiara espressione, una volta ancora, a Modena. Entrare nel secondo tempo per cambiare la partita. Essere decisivo il motivo per cui è stato preso. Aspettative rispettate. Stop spalle alla porta, girata e palla sotto alla traversa. A chiudere il match un altro uomo del nord, Bjarkason. Una stagione in prestito al Foggia, la scorsa, in cui nel corso dei mesi si è affermato come uno dei talenti più importanti della C. Una progressiva crescita che l’ha portato a essere protagonista dei playoff rossoneri. In estate tante richieste, ma la volontà di Antonelli, una volta ancora, è risultata decisiva. Il ragazzo rimane. E il ragazzo ringrazia. Tiro da fuori, gol (il secondo in stagione) e tre punti.
Leader
E nel mercato, si sa, decisivi sono gli arrivi ma anche le permanenze. E quella di Tessman lo conferma. Voluto da club di Serie A ed esteri, la scelta di sposare il progetto del Venezia. Venezia di cui è leader tecnico ed emotivo. Centrocampista che detta tempi e gioco. Il centrocampista si sta confermando uno dei migliori giocatori nel suo ruolo di questo campionato di Serie B. Guida della squadra, gestore di spazi e tempi. Essenziale.