Lo chiamano il Mudo, perché è restio a parlare, ma quando lo fa non può essere banale. E non lo è nemmeno quando è obbligato a farlo, come in questi giorni. Franco Vazquez saluta Palermo, saluta la città che lo ha consegnato al grande calcio e che gli ha permesso di spiccare il volo verso lidi più ambiziosi, senza rimpianti e senza delusioni. Anzi, il fantasista che ha incantato la tifoseria rosanero tra dribbling e finezze da funambolo può lasciare con la soddisfazione di aver portato a compimento la propria missione: "La cosa più bella è stata salutare nel migliore dei modi - ha dichiarato Vazquez a Dxt Carlos Paz - realizzando quel che avevamo promesso con tutto il gruppo. Questo mi rende felice”. Un saluto che, come tutti al “Barbera” avevano capito, altro non era che il preludio ad un addio: "Si è chiuso un ciclo - prosegue il fantasista - non posso dare al Palermo più di quel che ho dato. Sono stati tre anni molto belli, ora ho bisogno di cambiare aria e avere nuovi stimoli, nuovi obiettivi”.
Vazquez si iscrive dunque nella lista della spesa delle big, italiane e non, ma stavolta sì che tiene fede al suo soprannome. Lo seguono in tanti, dal Milan al Tottenham, e a quanto pare ha fatto colpo persino su José Mourinho, ma il Mudo… resta, appunto, muto: "Per ora non c’è nulla, voglio solo godermi le vacanze perché è stato un anno stressante. Più in là, quando arriverà giugno, penserò a dove andare nella prossima stagione”. Di sicuro non sarà a Palermo, dopo un’annata travagliata che però gli ha permesso di crescere ulteriormente, sia sul piano tecnico che su quello caratteriale: "Per me è stato un anno molto buono, perché sento di essere cresciuto in molti aspetti. Quando le cose non vanno come si spera, è qui che uno deve farsi forza, abbassare la testa e lavorare il doppio. Avere questo peso mi ha fatto crescere sia dentro che fuori dal campo”.
E chissà che alla fine, pur lasciando la Sicilia, il talento di Franco Vazquez non si sposti soltanto di qualche centinaio di chilometri più a nord. Lui, d’altronde, lo dice chiaramente. Nessuna preferenza, ma se ci fosse la possibilità di restare in Italia… "Chiaramente il campionato italiano lo conosco abbastanza bene - ammette il fantasista - adattarmi non sarebbe difficile come potrebbe essere altrove”. Un messaggio d’amore verso la Serie A e verso chi, in Italia, lo segue con interesse. C’è ancora un “vedremo…” di Galliani che risuona come un’eco e una maglia rossonera che persino Ballardini, il suo ultimo allenatore, si augura di vedergli indossare. Ma Vazquez resta inamovibile, silenzioso, e soprattutto aperto a qualsiasi destinazione: "Sono disponibile ad ascoltare tutte le proposte e accettare quella che credo migliore”.
Tra tante soddisfazioni, però, una piccola delusione c’è. Perché in quell’aereo azzurro che partirà verso la Francia non ci sarà, per un sogno Europeo sfumato sin dalle pre-convocazioni del c.t. Antonio Conte: "Era un obiettivo che mi ero prefissato sin dall’inizio di questa stagione - conclude Vazquez - però devo rispettare le decisioni dell’allenatore, che siano giuste o meno”. Per quella che sarà la sua nuova avventura, lontano da Palermo, Vazquez parte sin da subito con un nuovo obiettivo. Riconquistare l’azzurro e imporsi in una big, sperando di seguire le orme dell’amico Paulo Dybala, che lo ha preceduto di un anno e che ha fatto faville con la maglia della Juventus. Di tutto questo, però, Vazquez non parla. Basta un saluto, anche senza parole. Perché d’altronde, se sei un Mudo, di parole ne servono poche.
di Benedetto Giardina