Jorge Sampaoli si ritiene un callejero, un uomo della strada. Anche dopo essere diventato un eroe nazionale in Cile portando a termine la missione cominciata con la nazionale di Sanchez e Vidal da Bielsa. Le migliori curiosità sull’allenatore che potrebbe finire alla Lazio.
1) Da giovane giocava a calcio, ma si ruppe tibia e perone di una gamba e fu costretto a smettere. Cominciò ad ammirare i metodi di Marcelo Bielsa, registrava clandestinamente i suoi discorsi motivazionali al Newell’s appostandosi fuori dall’allenamento e li ascoltava fino alla nausea passeggiando con il suo walkman e le cuffie in testa.
2) La prima squadra che allenò, l’Alumni, gli diede la popolarità. Non per qualche titolo conquistato nelle leghe regionali, ma perché un giorno, allontanato dall’arbitro, decise di continuare a seguire la partita improvvisando una “panchina” immaginaria su un albero. Si arrampicò e da lì continuò a dirigere la squadra, venne fotografato e finì sui giornali locali, il presidente del Newell’s vide l’immagine e decise di volerlo assumere. Non gli affidò la prima squadra, ma una squadra satellite: l’Argentinode Rosario, che Sampaoli diresse nel 1996 cominciando la sua carriera da professionista.
3) Lavorò da cassiere in banca e da impiegato all’ufficio anagrafe di Los Molinos, a 70 chilometri da Rosario. La sua passione per il calcio e la direzione dalla panchina, all’inizio, doveva relegarla al tempo libero…
4) È sempre stato tifosissimo del River Plate, e viaggiava da casa sua a Casilda, nei pressi di Rosario, a Buenos Aires per seguire tutte le partite dei Millonarios. Un viaggio lungo oltre 400 chilometri solo per l’andata, che viste le scarse risorse economiche affrontava con qualsiasi mezzo. Autobus, treno e per alcuni tratti, quando veniva scoperto senza biglietto, a piedi. Saltava molte partite del Renato Cesarini, il club in cui muoveva i primi passi da calciatore, pur di seguire la Banda. E se il River perdeva, il giorno dopo non si presentava a scuola per il dolore della sconfitta.
5) Sampaoli ha esasperato il metodo del Loco Bielsa, applicando il 3-3-1-3 con una fedeltà religiosa che lo rende quasi più bielsista dello stesso Bielsa. E ha vinto. Il primo trofeo internazionale della U de Chile, la Copa Sudamericana 2011. E il primo della Roja, la storica Copa América 2015 conquistata contro l’Argentina di Leo Messi e Tata Martino. Due concittadini. Uno, il più illustre; l’altro, quello che negli allenamenti di Bielsa al Newell’s deve avere spiato con più attenzione. Ma ci sono altri idoli nel percorso dell’uomo della strada. I Callejeros, non a caso. Che sono un gruppo musicale. Molto popolare, al punto da riempire, troppo, il República Cromañón, celebre locale di Buenos Aires. Un incendio scoppiato durante il concerto uccise quasi 200 persone, e i Callejeros vennero arrestati per essere stati giudicati colpevoli del sovraffollamento della discoteca. Sampaoli è oggi uno dei migliori amici del leader della rock-band, Patricio Fontanet, per la cui liberazione si è a lungo battuto. E se il giovane Sampaoli ascoltava Patricio Rey y Sus Redonditos de Ricota, famosissimo gruppo musicale in Argentina, oggi la sua colonna sonora, quella della sua vita, l’ha tatuata su un braccio. È dei Callejeros, e recita: “Non ascolto nessuno e proseguo sulla mia strada, perché molte cose proibite mi fanno sentire vivo”. Come vincere con il metodo Bielsa…
Rosario Triolo
@triolor
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