“Bombonerazo”. Suona più o meno così, per il Boca Juniors, il K.O. subìto nel Superclásico. Una sconfitta dura per gli Xeneizes che perdono contro il River Plate, cui bastano i primi 25 minuti per indirizzare la partita e riaprire definitivamente il campionato. Una sfida tutta in salsa italiana, con il gol di Driussi capace di chiudere definitivamente la gara e tenere quantomai aperti gli occhi di chi, anche in Serie A, lo segue da tempo: italiano di origini (i bisnonni erano di San Paolo, frazione di Morsano al Tagliamento) e dal doppio passaporto, recatosi nel bel paese solo di passaggio e in vacanza da puro turista, fino a questo momento. La Sampdoria nell’ultimo mercato di gennaio aveva avviato i contatti con il River Plate per cercare di portarlo a Genova, ma i Millonarios avevano risposto con un secco “No". Almeno per ora...
Scelta giusta, dopotutto, perché l’argentino classe ’96 si sta dimostrando pedina quantomai fondamentale per la squadra di Gallardo, trascinata dal gioiellino classe '96 in campionato con 15 gol. L'ultimo proprio ieri, in contropiede e al 91': piattone sinistro aperto, Rossi spiazzato e via la maglia davanti al pueblo xeneize. Ventuno anni e la capacità di vincere già tutto il possibile in Sudamerica: Campionato. Copa Libertadores e Coppa Sudamericana.
In salsa italiana anche il due a zero di Alario. Anche lui lo scorso anno seguito dalle parti di Genova, sponda rossoblù stavolta, per tentare di vedere nell'attaccante classe '92 un Milito-bis. Legato all’Italia dal nonno originario di Udine e trasferitosi in Argentina per lavoro, el trece de la banda ha saputo gelare ieri la "Bombonera" con un gol dei suoi: controllo con il destro, su palla in verticale, e sinistro sotto la traversa. E poi per il fantastico gol di Gago, che da centrocampo riapre la partita su punizione: pennellata a scavalcare Batalla e ridare, invano, speranza al Boca, casa che l’ex centrocampista della Roma ha riabbracciato dal 2013 tra infortuni, piede sempre educato e una voglia di chiudere la propria carriera proprio dove l'aveva iniziata.
E non è finita qui. Perchè Boca-River, in salsa italiana, trova un pezzo di tricolore anche in panchina, con Guillermo Barros Schelotto: allenatore degli Xeneizes che, in Italia, ha sostanzialmente recitato solo un breve ruolo di comparsa a Palermo, senza avere la chance di restare a lungo in rosanero perché non in possesso della licenza di allenatore europea. Sfumature azzurre in una vittoria, per il River, da “piel de gallina”, o meglio da pelle d’oca. Come quella che è venuta ai giocatori del River Plate durante i 15 chilometri che dalla Bombonera li riportavano al Monumental, dove è continuata la festa dei Millonarios. Per un Superclasico tornato ad essere fondamentali per le sorti del campionato, deciso dai giovani talenti argentini di origini...italiane.