Nulla avviene per caso, ma tutto secondo ragione e necessità. Roba da filosofia greca antica, tramandata nei secoli e giunta, ovviamente, a risultare più che mai attuale anche nella più moderna realtà. Prendete il Milan di Vincenzo Montella, ad esempio: costruito, davanti all’impressione di tutti, non certo per competere per le prime tre posizioni della classifica. Pochi veri e propri colpi di mercato, due ritorni rivelatisi a dir poco fondamentali e un capitolo tutto nuovo, ripartendo da una panchina rinnovata e da una tranquillità ritrovata: tanto quanto un podio che, attualmente, recita secondo posto in solitaria. Qualcosa che in casa rossonera mancava davvero da tanto, troppo tempo.
Tutto secondo ragione, per l’appunto: merito di un grande lavoro, prima di tutto psicologico, su calciatori ritrovati e riapparsi a Milanello con un volto totalmente diverso. Elementi ora titolari di un Milan che va sempre più Su(so), nel segno dello spagnolo: gol a Palermo, doppietta da urlo al derby e fondamentale gol del momentaneo stasera, ad Empoli, per quell’1-2 capace di spianare poi la strada ai suoi. 5 gol e 5 assist in campionato (4 e 2, rispettivamente, nelle ultime 6 reti segnate dal Milan) per un giocatore ormai indispensabile per Montella. Che di lui ha osato privarsi solo in un’occasione: 3-0 Genoa a “Marassi”, poca pericolosità in fase offensiva e la certezza che, con l’ex Liverpool, davanti suoni tutt’altra musica…
1-4 ad Empoli, senza Bacca e con un posto libero da prima punta da occupare: pane per i denti di Gianluca Lapadula. Uno a cui la fame non è mai mancata, dalla Lega Pro alla Serie B, fino al sogno Serie A: triplo salto consecutivo a consacrarne voglia di lottare e stupire ancora, con una doppietta ad aprire e chiudere la partita. Oggetto del desiderio di tante squadre nel mercato estivo, Empoli compreso, proprio attraverso le parole di Martusciello: “Lo volevano un po’ tutti, anche noi”. E già dal gennaio scorso: troppo indispensabile, però, per il Pescara e quell’Abruzzo che dichiara sempre di amare fortemente. Alla fine è arrivata la chiamata di Berlusconi: a luglio per strapparlo ad una lunga fila di pretendenti, stasera per complimentarsi.
Storia da standing ovation, per una bella favola che ha visto “Sir William” scrivere un altro, grande capitolo della sua storia stasera: la standing ovation di tutto il “Castellani”, l’abbraccio con Montella. Colui che ha permesso a questo Milan di volare, quantomeno attualmente, sul podio: scalando la classifica sino al secondo posto, partendo male nel primo tempo e salendo di tono nella ripresa. Proprio in quella che è stata la sua Empoli, dove è cresciuto calcisticamente (e non solo), muovendo i primi passi: lì, a pochi metri da casa di Ernestina, sorta di mamma adottiva che si prese cura di lui e di Nicola Caccia (ora all’interno del suo staff) all’età di 12 anni. Il debutto in serie C, nel ’94-’95, poi il grande salto: da calciatore prima, da allenatore ora. Tra mille intrecci, ragione e…necessità: quella di far rifiatare, con un pizzico di turnover, quell’undici che gli ha dato sinora grandi soddisfazioni. Stasera dall'età media di 23 anni e mezzo, gioventù da record (la più giovane squadra rossonera dall''85) esperta al servizio di un gruppo unito: spesso non bello o spettacolare, ma terribilmente pratico. Con cui Montella, per stasera, si gode il secondo posto (in solitaria) di una tanto bella quanto inattesa classifica.