Per l’incoronazione di Moussa Sow, quattro anni fa fu scelta Eskişehir, che in turco vuol dire città vecchia. Un nome di per sé evocativo e solenne, ma al tempo stesso discreto. Proprio come Moussa, a cui gli onori cerimoniali non sono mai piaciuti. Era il 19 novembre 2012, quando una tra le più incredibili rovesciate di sempre, all’Eskişehirspor, gli valse il titolo di Re indiscusso di questa specialità e una candidatura al Puskas Award. Peraltro, in quel mese, i gol acrobatici fioccarono: Ibrahimovic contro l’Inghilterra, Maresca contro l’Atalanta, Mexes contro l’Anderlecht, Quagliarella contro il Pescara. Ma su tutti, quello di Sow meritò un posto di rilievo. Forse per la sfida alla fisica di quel gesto atletico, una torsione in corsa impossibile già soltanto da pensare.
Nelle gambe, qualcosa di magico. Quelle stesse gambe che ora roteano in aria, rimasero pietrificate improvvisamente per due settimane. Perché un giorno Moussa si sveglia totalmente paralizzato. Dall’addome in giù, nessuna sensibilità, senza spiegazioni. I medici sono spiazzati, la scienza non sa trovare rimedio. Ma in Francia, la soluzione per questi casi è un bell’incantesimo. Lo stregone di turno libera Sow dal malocchio, come racconta lo stesso fratello del giocatore, che torna a correre e a segnare. In rovesciata, naturalmente.
Il vizio non l’hai mai perso, anzi, nell’ultimo periodo si è anche aggravato. Dei suoi ultimi cinque gol, tre sono in rovesciata. E nemmeno dieci giorni fa, dopo la tripletta al Çaykur Rizespor, il Fenerbahçe aveva deciso di dedicargli una maglia speciale, col nome e il numero alla rovescia, per chi ha saputo regalare tante gioie a gambe all’aria. I tifosi del Lille lo ricordano con tanto affetto, dopo quel campionato vinto da capocannoniere della Ligue 1. Quelli turchi lo hanno riaccolto con gioia, dopo la tristezza per la partenza alla volta degli Emirati Arabi. E lui, semplice e di cuore, li ripaga con ciò che gli riesce meglio.
Quattro anni fa, il cross partì dalla destra e fu di Kuyt. Ieri sera, i due si sono ritrovati da avversari. Arrivarono insieme, a Istanbul, nel 2012. E insieme andarono via, l’anno scorso: Sow all’Al-Ahli, l’olandese al Feyenoord. Forse questa rovesciata è dedicata anche a Dirk, compagno di mille vittorie e fedele assistente di tante rovesciate. E se dicesse che le migliori sono quelle che deve ancora disegnare, varrebbe davvero la pena credergli. Parola di Re.