Beneficenza e solidarietà verso le vittime del terremoto di Amatrice, questo l'obiettivo della partita della pace che si giocherà mercoledì sera allo stadio Olimpico di Roma. Ma anche tanta voglia di rivedere in campo il campione più atteso, Diego Armando Maradona. Giornata ricca di impegni quella dell'ex numero 10 del Napoli: prima l'arrivo a Roma, poi la conferenza stampa di presentazione del match di beneficenza. Tanti i temi affrontati, da Milik a Totti arrivando a Napoli-Roma.
"Come mi ha convinto il Papa? Non deve dirmi niente, io sono sempre con lui - ha esordito Maradona -. Sono a disposizione. Sta facendo un gran lavoro, piace a tutti i cattolici. Quando mi ha parlato di questa partita ho accettato subito. Noi non siamo per la violenza, la morte dei bambini. Per questo Papa Francesco può stare tranquillo, Diego Maradona va in campo. Quando mi hanno detto che si sarebbe giocato per la gente di Amatrice ho pensato che era impossibile mancare. Totti, Ronaldinho, tutti. A me piacerebbe che questo evento arrivasse a Messi, Ronaldo. Abbiamo bisogno di loro, il messaggio deve circolare, la gente deve capire. Ringrazio chi è venuto, ringrazio che ha a cuore la pace. Siamo stanchi di vedere la TV e vedere lotte, guerre. Ho molta paura per i miei figli, sono arrabbiato di non poter fare di più rispetto a quello che faremo mercoledì. Tutti dobbiamo dare il meglio di noi perché la pace si realizzi. Mi fa piacere stare in Italia, non essere perseguitato da Equitalia (ride ndr). Li invito io in campo, pago il biglietto. Non so quanto possa giocare, forse 2 o 3 minuti! Ma per la partita della pace gioco anche 90'. Se gioco con mio figlio? Deciderà l'allenatore! (ride, ndr). Ma voglio giocare con lui. L'importante è stare in campo, dare un aiuto per tanti bambini. Essere qui è straordinario, mi sono preparato. Sono un giocatore di calcio, sempre detto. Ma lasciamo il termine 'professionisti' ai vari Bolt. Io non sono mai stato un atleta, sono sempre stato un giocatore di calcio".
Non solo la partita della pace, Maradona ha parlato anche del Napoli, in particolare dell'infortunio di Milik: "Mi dispiace per Milik, era un bel ricambio per Higuain - ha continuato il 'Pibe de Oro' - . Il calcio è così, in un minuto si spegne la luce e ti fai male. Milik per l'età e la forza che ha credo che sia pronto per il Napoli". Sul possibile ingresso nella FIFA: "Infantino? Se io entro nella FIFA è per essere forte, altrimenti me ne vado a casa".
Poi anche una battuta su Francesco Totti e sulla prossima sfida tra Napoli e Roma: "Totti è eterno, tanti giocatori di ogni squadra italiana non fanno un Francesco Totti. Per la Roma non sarà facile a Napoli, spero sia una partita di pace - ancora Maradona -. Ultimamente tutti sappiamo che è successo tra queste due tifoserie, spero vinca lo spettacolo. Che vinca il migliore... cioè il Napoli!"
In chiusura anche un pensiero su Gonzalo Higuain e Mauro Icardi: "Se ho perdonato Higuain? (ride, ndr). Non ha fatto le cose come doveva. Conosco il padre e ci ho giocato, lui sa che questo non si fa. Col Pipita non ho niente, ma i tempi sono cambiati. Mi voleva Berlusconi, il Milan. Ma come facevo io ad andare a Milano dopo aver giocato nel Napoli? Mi ammazzavano! Vedi Ibra? Deve avere la collezione di magliette più grande della storia! Anche lui però poteva venire qui alla gara della pace. Il migliore di tutti? L'Argentina ha un potenziale grandissimo di attaccanti. Ma senza Messi tutti questi non danno il meglio, lui è quello che comanda il calcio argentino. Ho visto l'ultima partita, pareggiare 2-2 col Perù vuol dire che bisogna migliorare. Ma quando manca Messi è dura. Icardi? Non parlo di lui. - ha concluso Maradona -. Io sono qui alla partita della pace, alla partita per i bambini, Icardi qui non c'entra niente".
A cura di Bruno Majorano e Francesco Pietrella