Sabato scorso la sconfitta in rimonta nel derby con la Juve, martedì la contestazione dei tifosi. Il Torino è terzultimo in classifica e sta vivendo una stagione finora molto negativa. Sabato alle 18 i granata vorranno però rifarsi contro l’Udinese, e alla vigilia della gara ha parlato Marco Giampaolo: “La contestazione è figlia del momento e della mancanza di risultati. È la stessa insoddisfazione che abbiamo noi. Io non dormo sereno, ma dedico il tempo al Toro, mattina e sera” ha dichiarato in conferenza stampa.
"Serve identificazione, basta nervosismo"
“Serve identificazione con il club, ai suoi valori. Il senso di appartenenza è un aspetto che il calciatore deve sentire nella pelle. Dobbiamo mettere un punto e pensare a domani, consapevoli di quello che siamo e del momento che abbiamo vissuto. Dobbiamo giocare al meglio, con la mente fredda e il cuore caldo. Spero che giocheremo senza esasperazione e nervosismo. Occupiamo una posizione in classifica non vera per i valori della squadra, siamo fiduciosi di poterne uscire”.
"Lavoriamo a testa bassa. Gol presi? Colpa mia"
“Con i giocatori non bisogna bluffare, ma dire le cose come stanno e analizzare il momento. C’è da fare una presa di coscienza e lavorare tanto, abbassando la testa. Non si vive di giustificazioni, ma di fatti. È questo che chiedo a loro. Cairo ha detto che mi stima? Mi fa piacere, ma so che non è sufficiente perché devo portare i risultati e le prestazioni. I gol presi sono una mia responsabilità, martedì mattina abbiamo fatto un’ora di lavoro su quello”.
"Segre ragazzo serio, non crocifiggiamolo"
“Con la Juve abbiamo perso per dettagli. Momento più difficile della mia carriera? Ne ho vissuti tanti, lo vivo adesso e li vivrò in futuro. Il mio riferimento sono i calciatori, e per come si allenano. Non vi dico se torneremo al 4-3-1-2, vedremo domani. Come ha vissuto Segre il post-derby? Ha sbagliato, commettendo un’ingenuità, gli ho parlato e dovrà imparare dai suoi errori. Ma è un ragazzo sano, serio nel lavoro, quindi l’importante è che capisca di aver sbagliato. Non bisogna crocifiggerlo