È un po' il giocatore del momento in casa Torino: Vanja Milinkovic-Savic sta convincendo tutti, anche i più scettici, del fatto che di potenziale ce ne sia davvero parecchio. Contro il Carpi, da spettatore non pagante, con grande personalità ha calciato una punizione che ha fatto vibrare la traversa del “Grande Torino”; nel turno successivo, sempre in Coppa Italia, si è esaltato con la Roma, parando un rigore a Dzeko. Il giovane fratello del più noto Sergej, alla Lazio, è in rampa di lancio, e con un giocatore come Sirigu come chioccia, non può che imparare. Arrivare in Italia, al Toro, è stata una scelta sua, solo sua. E a raccontare qualche retroscena sul suo trasferimento alla corte di Mihajlovic ha parlato, in eslcusiva per Gianlucadimarzio.com, Ivica Pavlovic, che ha seguito insieme all'agente Kezman tutta la trattativa con il club di Urbano Cairo.
Come è nata la trattativa con il Torino? È stata lunga?
"Il discorso parte da lontano, da quando Petrachi e i suoi osservatori avevano cominciato a seguire il giocatore. Ci avevano fatto capire di cercare un portiere di qualità, ma giovane, e a noi la sfida è piaciuta subito: il Toro è conosciuto per lavorare bene con i giovani forti. Io avevo proposto proprio Vanja, che avevano già osservato a lungo anche quando giocava in Under 21. So anche che osservatori del Torino erano stati visti in Polonia, a osservarlo nel Lechia (da dove poi Cairo lo ha acquistato, ndr): di lì è cominciata la trattativa".
C'era solo il Toro sulle sue tracce?
"No, anzi: le pretendenti non mancavano. A dire il vero, avevamo quasi chiuso con il Benfica, ma quando ha chiamato la squadra di Mihajlovic, abbiamo preferito accettare il trasferimento qui. Come mai? Beh, la storia del Torino si commenta da sola, ma al di là di questo ci era sembrata una realtà in crescita, che dà le occasioni a chi vuole emergere. E poi sarebbe venuto in Italia: suo fratello Sergej sicuramente ha influito nella decisione, aiutandolo a scegliere al meglio".
Nella scorsa primavera, Mihajlovic disse che, a differenza di Lyanco, Milinkovic-Savic non fosse ancora pronto. Avete pensato a un trasferimento in estate?
"A dire il vero no. La società è sempre stata in generale molto fiduciosa sulle qualità del ragazzo, sapevamo e sapevano bene che ci sarebbe voluto solo del tempo per mettersi nelle giuste condizioni di giocare. Ma poi anche l'allenatore, poco per volta, è diventato più sicuro sul giocatore, così come Petrachi e tutto lo staff. E ora è cresciuto tanto, perché si è impegnato davvero molto. Siamo contenti per come sta andando".
Ljajic, Milinkovic-Savic, Lukic: il Torino ha una piccola colonia serba. Pensa che potranno esserci ancora operazioni, in futuro?
"Non per gennaio, ma lavoriamo per vedere cosa riusciremo a fare, eventualmente, a giugno. Con il Toro ho seguito, oltre a Milinkovic-Savic e Lukic, anche l'operazione di Maksimovic al Napoli. Possiamo preparare al meglio altre operazioni: le possibilità ci sono. Eccome".
Valentino Della Casa