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Data: 19/05/2018 -

Torino, Mazzarri: “Belotti? Vorrei tenerlo, ma non decido solo io. Qui mi sento in sintonia con l’ambiente”

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Tempo di partita, ma tempo di bilanci. Walter Mazzarri prima di Genoa-Torino chiede alla squadra di mantenere la solita mentalità (“dobbiamo comunque trovare i tre punti”), ma parla soprattutto di bilanci, e di futuro. L’allenatore del Torino sa bene cosa conta e cosa vuole vedere per l’anno prossimo, e prima di tutti a contare è la mentalità. "Le mie squadre” dice Mazzarri, “si sono sempre contraddistinte per saper o per provare a rimettere a posto le gare cominciate male. E questo si è visto nelle ultime due gare: si vede che nello spogliatoio, nell'intervallo, l'allenatore ha fatto qualcosa. Quest'anno a volte non ci siamo riusciti (come a Roma contro la Roma: buon primo tempo ma poi la squadra si è sciolta. Questo credo sia una segnale di crescita. E spero che questi miei sei mesi abbiano dato un'accelerata al processo, quando in estate ci ritroveremo partendo con una rosa diversa". Sui bilanci e su alcuni numeri: "Mi piace spiegarmi meglio su alcuni concetti che magari non ho spiegato bene. La squadra deve essere sempre equilibrata, che non vuol dire essere difensivisti: se noi guardiamo per esempio che De Silvestri abbia segnato, vuol dire che sono schemi di gioco con dei meccanismi per poter fare un bel calcio, e per poter avere più alternative per andare in gol. Questo dovrebbe far riflettere molte persone che vogliono parlare di calcio, e magari non sono preparate. Io vorrei, se potessi, difendere sempre alto, e imporre il mio gioco. Poi ci sono le cose che non vanno, e sono le imprevedibilità Di sicuro ci sono i numeri che dicono delle cose. Ovviamente, noi puntiamo a vincere il più possibile. Penso al Napoli, che arrivò secondo, mi sono segnato dei numeri: 78 punti, 73 gol, presi solo 36. Differenza reti di +37, arrivando secondo in classifica. Ci sono state squadre che nel tempo hanno fatto anche 74-71 gol, ma hanno avuto una differenza reti molto inferiore. E sono arrivate decime, none. Questo equilibrio ci deve essere: se noi vogliamo crescere, dobbiamo prendere esempio dalle grandi squadre del passato. Penso al Milan, che vinceva tanto. E se guardiamo la realtà attuale, notiamo questo equilibrio. Questo cosa vuol dire? Che dobbiamo vedere la prestazione. Non importa che il giocatore sia un giocoliere: le giocate per fare gol devono essere finalizzate a fare gol, non possono essere fini a loro stesse. Quando si intende che un giocatore sia per la squadra, si intende tutto: questo è un concetto che vorrei che non si scordasse. Fa parte di un allenatore che vuole sempre puntare a vincere con la squadra. Quello che sto cercando di fare, e qualcosa si è visto, è questo. Tanto è vero che sono stato molto chiaro a farvi capire cosa mi era piaciuto e cosa no. Con la Lazio abbiamo perso 1-0, forse potevamo pareggiare, ma non mi è piaciuta la squadra. A Napoli invece mi è piaciuta. Con la Spal pure: ci siamo messi a posto e abbiamo fatto una grande partita, lasciando pochissime occasioni".

Bilancio numerico, ma anche emozionale per Mazzarri: "Questa è una piazza speciale. E come ogni piazza speciale, ha delle particolarità. E un professionista, quando entra in una piazza del genere, deve entrare in punta di piedi: essere umile. E infatti questi sei mesi sono stati molto utili per me. Io mi sono emozionato quando sono andato a Superga, ma lo avevo già fatto per conto mio: volevo farlo, e ho voluto toccare con mano questo. Come anche allenarsi al Filadelfia. Come tutte le cose che sono particolari di questa piazza. Sono state capite, sono positive, e penso che come carattere io mi incarni bene con questo ambiente, non solo con questa società". E dopo Genoa-Torino, ci sarà il calciomercato: “Ho dato indicazioni precise, sempre. Ma è bene sottolineare che il mercato non lo fa l'allenatore: non sempre si può avere tutto quello che si chiede o vorrebbe, ci sono tante veriabili. E molte delle persone che sono qui hanno contratti pluriennali, se vanno via è per una convenienza per tutti. E non è che se magari un giocatore rifiuta di andare via, allora lo metti fuori rosa: questa è una rosa di buon livello, di base, i giocatori sono bravi. Ho le idee chiare, so cosa vorrei, l'ho chiesto e mi sembra di vedere una sintonia, ma è inutile che provi ad anticipare. Non posso". Su Belotti: "Gli ho chiesto di venire un po' prima, oggi, perché così appena finirà la conferenza gli potrò parlare e capire se ce la farà o meno. Sarebbe un peccato non avercelo, era tornato a segnare e avrebbe chiuso l'annata. Il futuro di Belotti? Io parlo sempre con lui. E sa benissimo che se ho il miglior Gallo, lo vorrei tenere sempre, e questo lo dico in realtà a tutti: chi resta qui, deve vederlo come un punto di arrivo, dove rendere il 120%. Tutti quelli che torneranno il 6 luglio, dovranno darmi questo. Io voglio che Belotti resti, nessuno può dubitare di questo. Poi quello che passa nella sua testa, o quello che capiterà dal mercato, non posso saperlo".

Il tema del calciomercato prosegue poi anche parlando di rinnovi di contratto (per Moretti, Burdisso e Molinaro) e di Niang: “I difensori e il terzino hanno avuto spazio, quindi hanno molta stima da parte mia. Sono stati importanti per la stagione. Poi chiaro, nessuno è contento per essere arrivati decimi: volevamo tutti fare di più. Ma loro, al di là di qualche prestazione tecnica, sono stati molto importanti nello spogliatoio, per aiutarmi a far passare le mie idee tattiche e altre cose. Devo ringraziarli più degli altri, anche per questo. Mi hanno dato una mano a far crescere i più giovani". Su Niang: "Lo conosco come le mie tasche. Come tutti gli altri, ma non solo lui, si poteva fare meglio: il discorso riguarda tutti quanti. Lui di sicuro è un giocatore che ha reso al massimo, quando ha giocato centravanti: ho capito, l'avevo già valutato in Inghilterra, che si esprime meglio da prima punta, da esterno fa fatica per le caratteristiche che ha. In questo periodo l'ho visto più uomo, anche perché è diventato padre. Va aiutato a farlo giocare nel ruolo in cui rende di più. Resta? Vale il solito discorso di calciomercato di prima". Ma ripartire da una base solida quanto potrà essere importante? Mazzarri, in questo senso, ha le idee molto chiare: “È chiaro che se mi chiedete di Sirigu e Nkoulou, direi che vorrei tenerli. Come Belotti. Hanno poi fatto benissimo in questa stagione. Io voglio, come già detto settimana scorsa, avere tutti i giocatori coinvolti e funzionali: voglio coinvolgerli tutti, che diano sempre al 100% o di più del loro potenziale. Non che ne mandi alcuni in campo, che magari sono stati fermi per tante partite e sono al 60-70%. Questo fattore fa la differenza, anche per supplire alcuni aspetti tecnici". E per ripartire, con l’obiettivo Europa League.

Di Valentino Della Casa



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