Rischia di slittare l’avvio della Lega pro, previsto per il 26 agosto. Lunedì i calciatori potrebbero decidere la protesta. Damiano Tommasi, il leader dell’Aic, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, si augura che arrivi qualche risposta prima: “Dopo il nostro abbandono polemico del consiglio federale del 4 agosto, non c’è stato nessun contatto con le controparti. Protestiamo perché si è rinunciato ai ripescaggi di società sane che hanno rispettato le regole. Perché con l’abbassamento del numero degli over (i calciatori nati prima del 1995) da 16 a 14, ci sono 47 calciatori che hanno un contratto e rischiano di restare fuori. Perché le fideiussioni che servono per il calciomercato sono di una categoria e conta il rating italiano e quelle per il pagamento dei dipendenti possono essere certificate altrove, all’estero. Quindi da una parte c’è un sistema di garanzie del tipo ‘non mi fido, meglio controlli maggiori’, dall’altra questo discorso non funziona”.
Il primo problema è legato ai ripescaggi: “Noi non siamo per il ripescaggio sempre e comunque. Abbiamo contestato da subito la regola di escludere dal gioco i club già ripescati negli ultimi cinque anni e quelli che non hanno disputato i playoff di SerieD. Queste società, quelle che ambivano al ripescaggio e che hanno trovato la porta chiusa, hanno rispettato le regole. Cosa che non faranno i club, almeno in questo inizio di stagione. In che senso? È un altro dei motivi della nostra protesta. C’era un limite per i pagamenti ai dipendenti di giugno: la verifica degli adempimenti si sarebbe dovuta compiere entro il 21 agosto. Si era detto: due punti di penalizzazione a chi non lo rispetta. Poi che succede? Forse si sono accorti che si rischiava di partire con troppe penalizzazioni. Così il limite viene spostato al 16 settembre”.
Sulla questione degli over la novità è veramente minima: da 16 over più due ‘fidelizzati’ a 14 più tre fra ‘fidelizzati’ e ‘giocatori bandiera’: “E chi ha il contratto biennale cosa fa? E non sarebbe stato giusto, con tre squadre in meno, rinviare tutto al prossimo anno? Ora sostengono che la decisione sia già presa e ci dicono ‘scioperate pure’. E allora noi lo faremo”.
Questa decisione è stata presa un anno fa. Il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, ha spiegato che fa parte di un percorso. Insomma, se ne era parlato da tempo: “Ne hanno parlato le società internamente, ma noi non l’abbiamo mai saputo. Se con quell’equilibrio di 16 over, abbiamo avuto il campionato di Lega Pro più bello degli ultimi anni, perché cambiare?”
Tutto questo coinvolge anche la Serie B: “Ci sono prestiti che tornano indietro viste le nuove regole sugli over, perché lo spostamento della scadenza per la verifica dei pagamenti e le diverse modalità delle fideiussioni riguardano anche i club di B. Anche lì rischio sciopero? Si discuterà la forma migliore per associarsi con modalità diverse alla protesta della Lega Pro”.
Infine sulle difficoltà nel difendere gli interessi di questi calciatori che magari rischiano il posto con professionisti strapagati decisi a non andare via: “I contratti devono essere rispettati dalle due parti. Ma le dinamiche in questi anni sono state anche molto diverse, non è successo che ‘giocatori che non servivano più’ sono stati messi fuori rosa? Il tema è complesso, se ne parla anche a livello di FIFA. Da noi è difficile discuterne perché non c’è l’interlocutore vista la situazione della Lega di A. Poi magari sembra sempre che il giocatore voglia andar via e che la società faccia di tutto per tenerselo. Ma per fare un esempio, Lotito vuol trattenere davvero Keita oppure decidere dove deve andare?”.