‘E’ nata una stella…’. Chissà, ma la locuzione cinematografica è un passaggio quasi obbligato per descrivere l’eccellente avvio di stagione di Devid Eugene Bouah, promettente (nel vero senso della parola) terzino destro classe ’01 perno della Primavera della Roma. Diciassette anni compiuti lo scorso 13 agosto, ma già una bella mole di soddisfazioni. Dall’esordio in prima squadra nell’amichevole dello scorso luglio contro l’Avellino ai tre gol in cinque partite, l’ultimo – in ordine di tempo – ieri nella sconfitta contro il Viktoria Plzen in Youth League (la squadra allenata da Alberto De Rossi ha perso per tre a quattro).
“Tre o quattro gol quest’anno e facciamo il salto di qualità”. La – a questo punto – profezia del suo agente Paolo Paloni, che Devid ha però centrato in appena un mese. Terzino bomber, insomma. Anche se il vero soprannome di Bouah è un altro: mamma Luna lo chiama Didi. Come il titolo della canzone di Cheb Khaled, la sua preferita. Quella stessa che da bambino per qualche anno ascoltava a ripetizione tutti i pomeriggi (altro che la ‘radiofonica’ sequenza mixata…).
Il bambino, ora, si sta facendo uomo. Diciassette anni. La leggerezza dei diciassette anni. La semplicità di un sorriso malgrado un’infanzia abbastanza difficile, la spensieratezza di un sogno, di un poster: quello del Gaucho, Ronaldinho. Sorride e fa sorridere la Roma, alla quale è legato con un contratto fino al 2020. Da esterno offensivo a terzino, già anno scorso grande protagonista seppur sotto età. Per la felicità di mamma e del fratello, classe ’05, anche lui nelle giovanili della Roma.
Tre gol in cinque partite, prospettive davvero importanti e tanta voglia di (non) smettere di sognare: gioca e danza il giovane Bouah, sulle note di Khaled…