“Mia cara Inter, mi hai regalato gioie e dolori…”. E’ la prefazione – un po’ triste e nostalgica – di una lettera d’amore: quella di Giovanni Terrani all’Inter. Un amore strano e controverso. Momenti belli, sorrisi, gioie prima della fine. E dirsi addio fa sempre molto male, specie in un rapporto durato sei anni. Jolly offensivo classe ’94 ora alla Lucchese. Ma la malinconia rimane: nascosta nella parte più recondita di noi stessi. D’altronde il passato non si cancella, si ricorda. E Terrani lo fa, vuole farlo perché per lui la maglia nerazzurra ha significato e significherà sempre tanto.
“All’Inter ho fatto dai Giovanissimi alla Primavera. Ho vinto tre scudetti, chiaramente nelle varie categorie delle giovanili e una Next Generation con Stramaccioni. Dopo la Primavera – racconta Terrani ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – sono passato in comproprietà al Monza, che successivamente mi ha preso alle buste. Il fatto che l’Inter non abbia deciso di riscattarmi mi ha fatto parecchio male”. Ragazzo sincero, molto tranquillo e introverso. Una scelta difficile, l’idea di dover ricominciare tutto da capo, una ferita lacerante. In fondo, però, non è forte chi non cade mai…”Ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi! C’ho sofferto parecchio, ma l’unica cosa che puoi fare in questi casi è andare avanti”. Come in una storia d’amore, in un romanzo. Con le varie locuzioni calcistiche ‘cartellino’, ‘comproprietà’, ‘progetti tecnici’ ad incarnare i vari personaggi del Manzoni… Bravi, Don Abbondio e quant’altro.
Forse, però, la tua Lucia non era nerazzurra… “Probabilmente è così. Per adesso è senz’altro la Lucchese. Sono arrivato qua dopo il fallimento del Monza e mi sto trovando molto bene. Mi piace dire che siamo una bella ciurma con Nolé, il nostro capitano, in versione Jack Sparrow”. Direzione…Itaca? “Preferirei i play-off sinceramente”. L’allusione ai pirati non è casuale. Non che i Promessi Sposi non gli piacciano eh (“mamma è molto esigente per quel che riguarda lo studio, tant’è che mi ero pure iscritto a Scienze Motorie”), ma Terrani va pazzo per One Piece: “Viva Rubber Cappello di Paglia!”. E’ il suo idolo d’infanzia…”e anche quello attuale”, puntualizzazione doverosa.
E se quel cappello di paglia fosse nerazzurro? Comincia a sfogliare l’album dei ricordi. Ne ha così tanti che non sa da dove partire... “La vittoria in Next Generation con mister Stramaccioni è stata un’emozione unica. Lui è un allenatore molto moderno, soprattutto nel preparare le partite con video e analisi. Una persona amichevole e simpatica anche se poi quando c’era da fare qualche cazziatone di certo non si tirava indietro. Considerate che la prima partita perdemmo 7-1 contro il Tottenham…”. E poi la prima squadra, quella tournée in Indonesia tra scherzi, risate e consigli importanti: “Ricordo che rimasi impressionato da Coutinho, un giocatore pazzesco, impressionante, indefinibile quasi. Velocità di dribbling, giocate, è strepitoso. E dal capitano Zanetti, che è un esempio per chi vuole fare questo lavoro”. Gli occhi gli si illuminano, le parole che quasi stentano a venir fuori. Perché ricordare significa anche sorridere e trasmettere emozioni col pensiero. “Poi c’è un episodio che non scorderò mai. Noi ragazzi più giovani stavamo facendo la doccia, ad un certo punto entra Maicon e ci fa, ‘fermi tutti! Sapete con chi state facendo la doccia?’. Noi tutti in silenzioso, mezzi titubanti fino a che esclama… ‘semplice, con il terzino destro più forte del mondo’. Lui è una persona divertentissima”.
Ma il passato spesso ritorna, come se fosse tutto o quasi programmato… “Alla Lucchese ho ritrovato Francesco Forte, anche lui era nella Primavera di Stramaccioni e De Feo con cui ci siamo sfidati un sacco di volte perché giocava nel Milan. Voglio confermare che, tranne l’ultimo anno, non ha mai vinto contro di noi. Ma non c’è nemmeno stato bisogno di ricordarglielo…”. Scherzano, si divertono e segnano, mica male questo tridente qua! Peter Pan (De Feo), il bomber (Forte) e... “Il Puntero, che è il mio soprannome”.
Dice di ispirarsi a Dybala per fantasia e personalità. Ma in camera solo un poster, “quello di Curry, chiaro! Sono un grande tifoso di Golden State oltre ovviamente ad essere appassionatissimo di NBA”. Futuro anche da opinionista, le sa tutte Terrani: risultati, classifiche, punti a partita dei giocatori. Una sorta di database.
L’altro invece, quello dei ricordi, si è quasi esaurito. Fa male, è normale, come una spina che appena la tocchi ti punge. Ma dopo qualche ora passa tutto. La ferita si rimargina e sembra – quasi – che non ci sia mai stata. Dev’essere andata più o meno così per Terrani che ora segna (e sorride!) con la Lucchese, la sua amata Lucia.