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Data: 19/12/2023 -

Tadić: "Il mio addio all'Ajax? Era cambiata la mentalità e la cultura del club"

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L'ex calciatore e capitano dei Lanceri ha rilasciato diverse dichiarazioni ai microfoni di Voetbal International
L'ex calciatore e capitano dei Lanceri ha rilasciato diverse dichiarazioni ai microfoni di Voetbal International

"Per quanto amassi l'Ajax, sentivo che me ne sarei dovuto andare: la mia mentalità non si adattava più a quel posto. Era ora che altri si prendessero le proprie responsabilità". Delusione, rabbia e nostalgia di qualcosa che non esiste più: sentimenti e stati d'animo che possiamo cogliere tra le righe nelle parole di Dušan Tadić rilasciate a Voetbal International. L'ex calciatore e capitano dell'Ajax ha svelato i motivi del suo addio al club olandese e dell'ambiente che si respirava, soprattutto negli ultimi mesi. Il desiderio, però, è quello di tornare un giorno. In qualità di allenatore.

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Tadić: "Bisogna essere grati per giocare in questo club, non tutti lo capivano..."

241 presenze, 105 gol e 112 assist. Cinque stagioni e fascia da capitano sul braccio indossata: Tadić è stato il protagonista e di quell'Ajax che è diventato un instant classic nella mente di tutti gli amanti del calcio. Una squadra giovane, divertente, vincente ed efficace. Come tutte le storie però, anche le più belle finiscono. E non necessariamente con un lieto fine: "Mi sentivo come in un matrimonio in cui si sente che il divorzio è la cosa migliore, anche se si è vissuta tanta bellezza insieme e ci si ama ancora tanto. È stato molto difficile, perché il mio amore per l'Ajax è grande ma ho dovuto essere onesto e razionale. Il club doveva andare avanti, io dovevo andare avanti. Il mio amore per il club era troppo grande per vivere un'altra stagione ai margini".

I problemi sono arrivati con l'ingresso in società di Sven Mislintat quando, lo scorso aprile, prese il posto di Marc Overmars come direttore sportivo. A detta del serbo, l'uomo sbagliato al momento sbagliato. "Non si può nemmeno dare la colpa a Mislintat. Ma si possono incolpare le persone all'interno del club che lo hanno messo in quella posizione. Sono loro che fanno la politica, sono loro che devono vigilare. Con persone forti non sarebbe mai andata così". Il dirigente tedesco è stato licenziato lo scorso 23 settembre.

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L'Ajax del 2018? Stupore e meraviglia per una squadra che ha incantato l'Europa intera. "Molti giocatori con cui avevamo costruito tutto se ne sono andati. E con questo, anche la gerarchia era sparita. Sono cambiate molte cose, ma non le aspettative. Sono rimaste molto alte. Se faccio un confronto con il periodo in cui sono arrivato all'Ajax, nel 2018, le aspettative erano molto più basse. L'asticella era ormai alta, irrealisticamente alta se si considera quanti e quali giocatori se ne erano andati, ma soprattutto che le due persone più importanti del calcio se ne erano andate: Marc Overmars e Erik ten Hag. Dovevamo ricominciare tutto da capo, ma non c'erano più le basi. L'unità era sparita, eravamo vulnerabili".

Il centrocampista serbo ricorda con nostalgia gli anni con Ten Hag in panchina: "Ci siamo migliorati a vicenda per anni, perché ci sfidavamo ogni giorno. Questo sentimento è scomparso completamente dopo la partenza di Overmars e Ten Hag. Analizzavano tutto e non lasciavano nulla al caso. Questo ci rendeva forti"

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Sull'importanza di essere capitano: "Volevo tanto far capire a tutti i giocatori cosa significa giocare per un club meraviglioso come l'Ajax. Ogni giorno devi essere grato di poter giocare per questo club d devi dare tutto. Questa dovrebbe essere la cosa più importante. La mentalità si è persa anche a causa dell'equilibrio e della gerarchia nel gruppo. Ora i giocatori hanno contratti importanti, ma per cosa? Per portare il club nel baratro? Quei giocatori non sanno cosa sia davvero l'Ajax. Non lo sanno affatto. È triste. Non è bello e mi riguarda".

Tadić ama e amerà per sempre l'Ajax, nonostante tutto. Convinto che un giornò tornerà: "Un giorno sarò l'allenatore dell'Ajax".



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