Il Superclásico riesce sempre a far parlare di sé, anche quando sembra che si sia già detto tutto. A pochi minuti dal fischio d'inizio della finale d'andata di Copa Libertadores c'è stato l'ennesimo colpo di scena: ieri il rinvio della partita per maltempo, oggi un'ispezione a sorpresa della polizia nello spogliatoio del River Plate.
A La Bombonera spesso sono accadute cose strane, come la nazionale del Perù che si portò l'acqua da casa per evitare di bere quella che si presumeva potesse essere contaminata, e questo Boca-River non poteva fare eccezione. L'irruzione delle forze dell'ordine è arrivata pochi minuti prima che calciatori e dirigenti del River potessero entrare nello spogliatoio ospite: insolito un comportamento, ma prima di una partita del genere non si sa mai.
Due le possibili cause di questo controllo. La prima è che non venissero imbrattati i muri de La Bombonera, fatto già accaduto nel recente passato nelle sfide di questa storica rivalità. Ma l'ipotesi più gettonata è quella della paura che Gallardo, l'allenatore dei Millonarios squalificato per questa partita, avesse fatto portare degli strumenti di alta tecnologia per poter interagire con la panchina durante l'incontro.
E forse non c'è da stupirsi visto che nella clamorosa rimonta della semifinale di Porto Alegre, il Muñeco, squalificato anche in quel caso, entrò di nascosto negli spogliatoi all'intervallo per motivare la propria squadra venendo però scoperto dalle telecamere. Oggi sono state prese forti contromisure per far sì che ciò non accada di nuovo e, a giudicare dalle premesse, un dialogo tra Gallardo e la panchina sembra molto complicato.