Super Milinkovic Savic, prima gioia in A Caicedo: la Lazio passa a 'Fort Marassi', il volo continua. In rimonta, dopo novantacinque minuti di grande spettacolo: i ragazzi di Inzaghi passano nel fortino blucerchiato, nessuno fino ad oggi era riuscito ad uscire dal Ferraris con un solo punto in tasca. In una serata che si è tinta di bianco celeste, Immobile e compagni ne portano via addirittura tre, grazie ad una prestazione super di Sergej e al primo lampo in Serie A di Felipe Caicedo: la Pantera sbarcata a Roma via Espanyol a titolo definitivo ad inzio agosto. "Abbiamo fatto una grande partita, oggi non era facile. Il gol? Ciro mi ha detto lascia, ho sentito lui e ora ho visto le immagini e che ero in fuorigioco: il pallone poi è rimasto li e ho fatto gol. Il calcio è anche questo, sono contento" le parole dell'autore della rete decisiva.
Il quasi assist per il gol da tre punti? Un'invenzione, l'ennesima, del ragazzo serbo della Catalogna (co)protagonista assoluto di giornata: quello nato a Lleida - città spagnola di poco meno cento quarantamila abitanti della comunità autonoma della Catalogna, ma Campione d'Europa U20 nel 2015 con la Nazionale serba. Papà calciatore, mamma cestista: un'infanzia di sport per Milinkovic - Savic, a dover scegliere tra tiri liberi e punizioni. Per la gioia di Inzaghi, della Lazio e dei suoi tifosi alla fine Sergej ha scelto di dare calci ad un pallone. Come? Per la risposta, nastro che si riavvolge sui novantacinque minuti di Marassi, sfida con vista Europa tra i ragazzi di Inzaghino e quelli di Giampaolo: gol in scivolata per il momentaneo 1-1, magia per il gol da tre punti di Caicedo.
Nel mezzo, l'ennesima partita riflettori puntati tutti addosso: mezzala, mediano, trequartista. All'occorrenza esterno. Gioca ovunque. E ovunque lo metti, lui splende. "Anche oggi, è poi dovuto scivolare nei due mediani - le parole di Inzaghi a fine gara - e ha fatto molto bene". Fisico e garra, a servizio della Lazio: quelle acquisite tra rakjia e sangria. Partita dopo partita, per una maturazione ormai completata: un altro gol, altri novanta minuti da protagonista. Assoluto. E pensare che l'anno scorso su di lui aleggiava un po' di scetticismo: talentuoso, sì, ma soltanto a tratti. Ora é anche continuo, guardare per credere. A 'rubargli' qualche riflettore di dosso nei secondi finali, soltanto il gol da tre punti di Felipe Caicedo: "Il destino gli ha restituito qualcosa dopo l'errore e le critiche post Fiorentina? - ancora Inzaghi dalla pancia di Marassi - Noi allenatori lo sappiamo che è così: stasera se non avesse segnato qualcuno avrebbe detto perché l'avevo messo dentro".
"Caicedo se lo merita, perché lavora bene tutti i giorni e senza Immobile davanti probabilmente avrebbe giocato molto di più. Lavorando così però si potrà togliere grandi soddisfazioni". Parola di Inzaghi, direttore di un'orchestra che suona a meraviglia. Splendidamente lontano da casa. Settima vittoria in campionato, nona contando la Coppa: trentadue punti con una gara da recuperare (con l’Udinese, dovesse arrivare una vittoria le lunghezze dalla vetta sarebbero soltanto quattro). Questione di numeri. Quelli della Lazio di Sergej e Caicedo, (co)protagonisti della notte bianco celeste dell'ex 'Fort Marassi'.